Un appello ai laici, perché portino il loro contributo nella società e nella politica. E una forte esortazione alla pace, alla riconciliazione e alla giustizia sociale. È quanto si legge nel messaggio al Popolo di Dio che la Conferenza episcopale dell’Honduras ha diffuso ieri, a conclusione della propria assemblea plenaria, svoltasi a Tegucigalpa. Tre i principali temi affrontati dai vescovi: la realtà del Paese, il Sinodo della sinodalità che si è chiuso a ottobre e l’Anno giubilare 2025, che sarà inaugurato da Papa Francesco il 24 dicembre dalla Basilica di San Pietro a Roma.
Il Sinodo, secondo l’episcopato honduregno, dovrebbe portare ad aprire un cammino “ampio” e aperto per tutti, specialmente per i più poveri, esclusi ed emarginati, con un maggiore impegno per la giustizia sociale. Pieno consenso sulla richiesta emersa dal Sinodo di una partecipazione più attiva dei laici, che non siano rappresentati solo nella sfera ecclesiale, ma anche in quella sociale. Dovrebbero essere in “prima fila”, soprattutto coloro che hanno sentito e seguono una vocazione politica. C’è l’urgenza di aprire le frontiere della missione della Chiesa, affinché il Sinodo non rimanga solo “interiore” e che il Sinodo non possa esaurirsi nella “partecipazione e nella comunione”, ma debba portare alla missione, che a sua volta porta a limiti di trasformazione, senza i quali, indicano, l’opera della Chiesa si convertirebbe solo in una sorta di “propaganda religiosa”.
Passando poi al Giubileo 2025, i vescovi hanno ricordato che si tratta di un “anno di grazia” che non può rimanere solo “atti” pii, ma piuttosto, hanno chiesto un cambiamento di “atteggiamenti”. I vescovi hanno sottolineato che questo Anno giubilare deve incoraggiarci a vivere una dimensione missionaria, in cui la speranza cristiana possa raggiungere tutti gli uomini.