Porto Rico: Jenniffer González eletta governatrice. Aumenta la pressione per diventare il 51° Stato degli Usa. Per i vescovi lo status politico va “definito con chiarezza”

Jenniffer González del Nuovo Partito Progressista (Npp) sarà la prossima governatrice di Porto Rico. La tendenza appare chiara, quando lo scrutinio elettorale (si è votato ieri, contemporaneamente agli Stati Uniti) ha superato l’80%. González ottiene circa il 40%, mentre l’outsider e indipendentista Juan Dalmau, di Alianza de País, è staccato di circa 8 punti, ma ottiene il risultato “storico” di rompere il tradizionale bipartitismo dell’isola.
González è una sostenitrice della cosiddetta “statualità”, cioè la trasformazione di Porto Rico da territorio incorporato degli Stati Uniti a 51° Stato della federazione. L’obiettivo della governatrice è spingere il Congresso degli Stati Uniti ad approvare l’indizione di un referendum vincolante sull’isola, affinché i portoricani decidano sul loro status politico, scegliendo tra le opzioni di statualità (cioè annessione agli Usa), indipendenza e sovranità in libera associazione. Ieri si è tenuto anche un referendum non vincolante sullo status, in cui il 56,96% dei votanti ha optato per la statualità.
Diversi i pronunciamenti da parte della Chiesa portoricana, in occasione di questo appuntamento elettorale. La Conferenza episcopale si è espressa a inizio campagna elettorale, con un articolato messaggio, in cui i vescovi hanno ricordato che ci sono da affrontare i “complessi problemi di una società affogata nel consumismo e nella dipendenza coloniale”. Pur non prendendo posizione per le singole proposte dei candidati, la Cep ha auspicato che venga definito con chiarezza, una volta per tutte, lo status politico dell’isola.

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