“Noi non possiamo dire padre, ‘Abbà’, senza la forza dello Spirito Santo”. Ne è convinto il Papa, che nella catechesi dell’udienza di oggi, pronunciata in piazza San Pietro e dedicata allo Spirito Santo e alla preghiera, ha spiegato come “la preghiera cristiana non è l’uomo che da un capo del telefono parla a Dio all’altro capo, no, è Dio che prega in noi! Preghiamo Dio per mezzo di Dio”. “Pregare è mettesi dentro di Dio, e che Dio entra dentro di noi”, ha aggiunto a braccio: “È proprio nella preghiera che lo Spirito Santo si rivela come Paraclito, cioè avvocato e difensore. Non ci accusa davanti al Padre, ma ci difende. Sì, ci convince del fatto che siamo peccatori, ma lo fa per poterci far gustare la gioia della misericordia del Padre, non per distruggerci con sterili sensi di colpa. Anche quando il nostro cuore ci rimprovera di qualcosa, egli ci ricorda che Dio è più grande del nostro cuore, Dio è più grande nostro peccato”. “Tutti siamo peccatori – ha proseguito Francesco ancora una volta fuori testo – ma pensiamo a qualcuno che ha tanta paura per le cose che ha fatto, che ha paura di essere rimproverato da Dio, che ha paura di tante cose e non riesce a trovare pace. Mettiti in preghiera, chiama lo Spirito Santo, e lui ti insegnerà come chiedere perdono”. “Dio non sa molta grammatica – ha osservato il Papa – e quando noi chiediamo perdono non ci lascia finire, ci perdona prima, ci perdona sempre, è sempre pronto a perdonarci prima che noi finiamo la parola perdono. Diciamo perdono e il Padre ci perdona sempre”.