Papa alla Gregoriana: “nessun algoritmo potrà sostituire la poesia, l’ironia e l’amore”, serve “un’università con l’odore della carne e del popolo”

(Foto Vatican Media/SIR)

“Nessun algoritmo potrà sostituire la poesia, l’ironia e l’amore”. Ne è convinto il Papa, che nella “lectio magistralis” alla Pontificia Università Gregoriana ha definito ancora “attuali” le parole di don Milani “sulla scuola come ospedale che cura sani e respinge i malati: ma perdendo i poveri si perderebbe la scuola”. Di qui l’invito ad “umanizzare i saperi della fede, ad accendere e rianimare la scintilla di grazia nell’umano, curando la transdisciplinarietà nella ricerca e nell’insegnamento”. “State applicando l’Evangelii gaudium?”, ha chiesto Francesco ai presenti: “State considerando impatto dell’intelligenza artificiale sull’insegnamento, sula ricerca? Gli studenti hanno bisogno di scoprire la forza della fantasia, di prendere contatto con le proprie emozioni e di saper esprimere i propri sentimenti. Si impara ad essere se stessi misurandosi con il corpo a corpo con i grandi pensieri, senza scorciatoie che sottraggono libertà alla decisione, spingendo alla gioia della scoperta. Dagli errori si impara”. Poi l’elogio ad attualizzare il “gratis” compreso nel carisma ignaziano, “nelle indicazioni, nei metodi e negli obiettivi”. “E’ la gratuità che rende tutti servitori senza padroni”, ha spiegato il Papa: “gli uni servi degli altri, tutti riconoscenti della dignità di ciascuno, nessuno escluso. E la gratuità che ci apre alle sorprese di Dio, è la gratuità che rende virtuosi i sapienti maestri, è la gratuità che educa senza manipolare e legare a sé. E’ la gratuità di Dio che fa il primo passo sempre, verso tutti, nessuno escluso, in un mondo che sembra aver perso cuore”. L’auspicio del papa gesuita per la Gregoriana è quello di “un’università con l’odore della carne e del popolo, che non calpesti le differenze nell’illusione di un’ unità che è solo omogeneità”.

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