“In un tempo in cui l’odio e la logica bellicista inquinano i cuori e le menti coltiviamo ogni anno questa memoria che unisce giovani e anziani, nuovi e vecchi genovesi, cristiani, ebrei e laici. Nel tempo è cresciuta un’amicizia e una fraternità benedetta dall’unico Dio che non smette di invitare ad amarci. Che da questa memoria emerga un nuovo lavoro quotidiano per riparare il nostro mondo malato”. Lo ha detto ieri sera Andrea Chiappori, responsabile della Comunità di Sant’Egidio in Liguria, nella Sinagoga in occasione della Marcia della Memoria in ricordo della deportazione degli ebrei genovesi, organizzata dalla Comunità di Sant’Egidio, insieme alla Comunità ebraica di Genova e al Centro culturale Primo Levi. Una marcia silenziosa e partecipata, che da Largo Eros Lanfranco, si è snodata fino al Tempio israelitico, in via G. Bertora. Presenti alla manifestazione, anche i bambini delle Scuole della Pace di Sant’Egidio, nuovi europei, studenti delle Scuole di Italiano e ucraini arrivati con i Corridoi Umanitari della Comunità, e diverse autorità cittadine, si legge in un post della Comunità genovese. A 81 anni dalla retata nazista che il 3 novembre 1943 diede inizio al tragico viaggio di oltre 250 ebrei genovesi verso il campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, ricordare questi fatti “non è solo una memoria dolorosa, ma un’occasione preziosa per riflettere sul male della guerra e costruire un futuro di pace”. “Ricordiamo per non vanificare gli sforzi che i testimoni della Shoah hanno fatto per trasmettere quello che hanno vissuto”, ha detto Filippo Biolè, presidente di Aned: “ricordiamo per non dimenticare, non dimentichiamo perchè non siano commessi gli stessi errori del passato”. Un impegno ribadito anche dal rabbino Giuseppe Momigliano, Rabbino Capo della Comunità ebraica di Genova, assente per motivi di salute e il cui discorso è stato letto dalla Presidente della Comunità, Raffaella Petraroli.