Il 22 ottobre scorso, la Corte Suprema di Giustizia dell’Argentina ha emesso una sentenza che respinge l’azione legale che cercava di legittimare un contratto di maternità surrogata stipulato in Argentina. La Corte chiarisce che in Argentina non è possibile stipulare accordi che regolino le modalità di determinazione della paternità, come nel caso dei contratti di maternità surrogata. Non c’è un vuoto giuridico e si deve considerare che la maternità surrogata, nella misura in cui comporta azioni che cercano di determinare come sarà determinata la filiazione, è una pratica contraria alla legge. La Corte pone fine a quasi 10 anni di dibattito giudiziario in materia.
In una nota diffusa in questo fine settimana, l’équipe “No alla tratta” della Commissione nazionale Giustizia e Pace della Chiesa argentina “apprezza e riconosce l’attualità della recente sentenza della Corte Suprema di Giustizia della Nazione”. La sentenza viene definita dall’organismo ecclesiale “senza precedenti ed esemplare, la Corte ha confermato che la madre è colei che partorisce, indipendentemente dalle auto-rappresentazioni soggettive e dai desideri privati di terzi”.