Papa Francesco: a partecipanti convegno interreligioso, “discriminazione ed esclusione basate su differenze sono un’esperienza quotidiana per molte persone e comunità”

(Foto Vatican Media/SIR)

“Il mancato rispetto dei nobili insegnamenti delle religioni è una delle cause della travagliata situazione in cui il mondo oggi si trova”. Lo ha evidenziato, stamattina, Papa Francesco, ricevendo in udienza, nel Palazzo apostolico vaticano, i partecipanti al convegno nel centenario della prima “All Religions’ Conference” organizzata da Sree Narayana Guru (1856-1928). Rivolgendosi a Swamis di Sivagiri Mutt e ai seguaci di Sree Narayana Guru e dando il benvenuto a tutti i presenti, appartenenti a diverse tradizioni religiose, venuti dal Kerala e da altre parti del mondo per celebrare il centenario del primo “Convegno di tutte le religioni” organizzato dalla guida spirituale e riformatore sociale Sree Narayana Guru, il Pontefice si è detto “lieto di sapere” che parteciperanno a un convegno interreligioso organizzato – con il sostegno del Dicastero per il Dialogo interreligioso – “per commemorare questo importante evento nella storia del dialogo interreligioso in India e in Asia”. Il tema scelto per il convegno, “Religioni insieme per un’umanità migliore”, ha sottolineato il Santo Padre, “è davvero molto attuale e importante per i nostri tempi”.
Francesco ha ricordato: “Sree Narayana Guru ha dedicato la sua vita a promuovere il riscatto sociale e religioso con il suo chiaro messaggio che tutti gli esseri umani, indipendentemente dalla loro etnia o dalle loro tradizioni religiose e culturali, sono membri dell’unica famiglia umana. Ha insistito sul fatto che non ci dev’essere discriminazione contro nessuno, in nessun modo e a nessun livello”. Per il Papa, “il suo messaggio è molto adatto al nostro mondo di oggi, dove assistiamo a crescenti casi di intolleranza e odio tra popoli e nazioni. Purtroppo, manifestazioni di discriminazione ed esclusione, tensioni e violenze basate sulle differenze di origine etnica o sociale, razza, colore, lingua e religione sono un’esperienza quotidiana per molte persone e comunità, soprattutto tra i poveri, gli indifesi e coloro che non hanno voce”.

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