Avvento: mons. Damiano (Agrigento), “trasformare i ‘segni dei tempi’ in ‘segni di speranza’”. Il 29 dicembre apertura diocesana del Giubileo

“Il Giubileo, posto nel segno della speranza, è l’opportunità ridata alla Chiesa di accogliere nuovamente la vita eterna e rimetterla in circolo fra le sue membra, è l’occasione per rendere nuovamente umani e sempre più vivibili tutti quegli spazi dell’esistenza personale e comunitaria che abbiamo privato della speranza cristiana e riempito di illusioni che ci ostiniamo a chiamare, solo impropriamente, speranza”. È quanto scrive Alessandro Damiano, arcivescovo di Agrigento, nel suo messaggio per l’Avvento in cui pone l’accento sull’imminente Giubileo. “A nulla serve il Giubileo, se attraversiamo le porte sante delle Chiese, ma schiviamo quelle — non meno sante — della vita. Per orientare e sostenere il cammino l’Anno Santo dovrà quindi rimetterci in cammino – annota l’arcivescovo -. Il pellegrinaggio ci ricorderà l’urgenza — insieme alla bellezza e alla fatica — di questo dovere a cui non ci possiamo sottrarre. Ma, se i cammini giubilari seguono percorsi prestabiliti, quelli pastorali — e soprattutto quelli esistenziali — richiedono un discernimento da compiere personalmente e comunitariamente secondo le istanze della restituzione e della ricomposizione che il Giubileo, nella Sacra Scrittura come nella vita della Chiesa, comporta ed esige”. Punti fermi da cui ripartire, per mons. Damiano, sono “restituire a noi stessi la percezione di essere abitati dallo Spirito Santo, che ci metta nelle condizioni di accogliere e vivere la vita nuova; restituire a Dio il volto di Padre misericordioso, che soppianti quello più comunemente diffuso di giudice implacabile; restituire al Vangelo il suo vero contenuto, che riesca a scuoterci e a metterci seriamente in discussione; restituire a ogni persona la dignità umana, che spesso siamo portati a negare e offendere; restituire alla comunità cristiana la concretezza di un cristianesimo vissuto, che la preservi dal rischio di un cattolicesimo convenzionale e formale. Invito tutte le comunità locali — e in particolare, al loro interno, i parroci e i consigli pastorali, quali organismi di partecipazione e di corresponsabilità , insieme alle aggregazioni laicali e alle varie espressioni della vita religiosa — a trovare spazi di confronto per chiederci come stiamo vivendo e annunciando tutto questo e come il Giubileo possa aiutarci a orientare in tale direzione il nostro cammino ecclesiale”. Il presule invita “tutti a metterci seriamente in questione su come stiamo contribuendo — ciascuno nel proprio stato e nella propria condizione — a trasformare i ‘segni dei tempi’ in ‘segni di speranza’”. Nel messaggio l’arcivescovo annuncia, infine, l’apertura del Giubileo in diocesi il prossimo 29 dicembre.

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