“Non possiamo arrenderci al crepuscolo di una società divisa: abbiamo il dovere di credere e costruire un futuro di pace e dignità per tutti”. Emiliano Manfredonia, presidente nazionale delle Acli, ha aperto stamattina i lavori del 27° Congresso nazionale in corso a Roma, con una relazione che ha tracciato il bilancio del percorso associativo e delineato le prossime sfide. Un momento di trasformazione, un “passaggio” nel quale le Acli rinnovano se stesse, raccogliendo le esperienze del passato e guardando con coraggio al futuro. Il presidente, si legge in una nota delle Acli, ha analizzato il contesto attuale, segnato da paure, disuguaglianze e individualismo. “La solidarietà non è più un valore collettivo ma un’azione relegata al buon cuore di pochi. La politica, spesso urlata e incapace di risolvere i problemi, ha generato sfiducia e astensione”. In questo scenario, le Acli riaffermano il loro ruolo di promozione del bene comune e della partecipazione attiva. Un passaggio centrale della relazione è stato dedicato al tema del lavoro. “Il lavoro non è solo un mezzo per vivere, ma un percorso di dignità e realizzazione personale”, ha dichiarato Manfredonia che ha denunciato le nuove forme di sfruttamento che colpiscono soprattutto i giovani e ha proposto l’introduzione di un indice per misurare il lavoro dignitoso, capace di garantire qualità contrattuale e diritti. “Non possiamo accettare un sistema che genera povertà e dipendenza. Il lavoro deve tornare al centro della nostra visione per una società più giusta”. Altro tema toccato da Manfredonia è stato la pace “strada maestra, l’unica scelta sensata in un mondo lacerato da conflitti. Non è da ingenui chiedere la fine delle guerre. È il primo passo per salvare vite umane e costruire un futuro fondato sulla giustizia”. Per Manfredonia è urgente ripartire dalla Costituzione e dalla democrazia: Da qui l’appello ai partiti politici: “La nostra Costituzione è un faro che ci indica la strada, ma deve essere rispettata e attuata. Non possiamo accettare riforme che ne minano l’impianto o ne tradiscono i principi di uguaglianza e solidarietà”. Ha ricordato l’impegno delle Acli contro l’autonomia differenziata e in difesa di una Repubblica unita, solidale e inclusiva. A riguardo al Congresso sono stati presentati i dati della ricerca Respons-Abilità, realizzata dall’Iref, Istituto di Ricerche Educative e Formative delle Acli, che ha coinvolto quasi 5.000 soci Acli. L’indagine ha mostrato come il 34,5% del campione si riconosce in una visione di democrazia partecipativa, dove il contributo diretto dei cittadini è ritenuto fondamentale per migliorare le politiche. Il 33,7% è favorevole a una democrazia rafforzata, che unisce partecipazione e leadership forti. Tuttavia, il 18,8% considera la democrazia in crisi, mentre il 13,1% si limita a una democrazia degli spettatori, ritenendo che i cittadini siano poco competenti o facilmente influenzabili. Inoltre, il 50,9% dei soci Acli propende per una visione della pace basata sul disarmo e sul rafforzamento delle organizzazioni internazionali, contro il 10,4% che sostiene una visione pragmatica legata all’uso della forza.