“Avete trasformato il carbone in arte”. Con queste parole il presidente della Repubblica Emmanuel Macron ha ringraziato oggi le 1.200 persone, tra operari, imprenditori, architetti, membri dell’istituto pubblico “Rebâtir Notre-Dame” e mecenati che si sono riuniti nella cattedrale parigina di Notre-Dame, attorno al presidente, per una visita ad una settimana dalla sua riapertura il 7 e l’8 dicembre. Era la notte tra il 15 e il 16 aprile del 2019 quando un incendio ha devastato la cattedrale, di fronte agli occhi attoniti di tutto il mondo. “Avete mantenuto la promessa di ricostruire Notre Dame in cinque anni”, ha detto oggi Macron, “lo avete fatto ed è un immenso motivo di orgoglio per l’intera nazione. Vi sono infinitamente grato, la Francia vi è infinitamente grata”, ha ripetuto il Presidente della Repubblica agli operai riuniti a Notre-Dame. La conclusione del cantiere e la riapertura della cattedrale saranno – ha aggiunto – uno “shock di speranza”. Macron ha avuto cura di salutare, una per una, tutte le professioni che hanno partecipato al cantiere della cattedrale: dai lavoratori su fune, agli ingegneri, passando per gli artisti, gli elettricisti, la sicurezza, i restauratori… “Qui abbiamo costruito il cantiere più grande d’Europa”. “Non abbiamo mai visto un progetto del genere, avete partecipato tutti al progetto del secolo”. Il Capo dello Stato ha ricordato i 340mila sostenitori e donatori provenienti da 150 Paesi. “È la vostra generosità che ha permesso di ricostruire Notre-Dame”, ha detto, con donazioni di pochi euro e donazioni di “centinaia di milioni di euro”. ” Vi siete mobilitati (…) per esprimere il vostro amore per Notre-Dame, ciò che rappresenta per il Paese, ciò che è universale per la Nazione e voglio ringraziarvi sinceramente per questo”.
La diocesi di Parigi fa sapere che la riapertura di Notre-Dame in realtà si estenderà lungo tutto un anno, dal 7 dicembre 2024 all’8 giugno 2025, festa di Pentecoste. La funzione di riapertura, presieduta dall’Arcivescovo di Parigi, avrà luogo nel tardo pomeriggio del 7 dicembre alla presenza del Presidente della Repubblica, che parlerà davanti a numerosi capi di Stato e di governo, funzionari, mecenati, invitati congiuntamente dallo Stato e dalla diocesi, rappresentanti di tutte le parrocchie di Parigi, membri del capitolo della cattedrale e del clero parigino. La messa inaugurale, con la consacrazione dell’altare maggiore, avrà luogo domenica 8, alle ore 10.30 , presieduta dall’Arcivescovo di Parigi, e sempre alla presenza del Presidente della Repubblica. Su invito di mons. Laurent Ulrich, arcivescovo di Parigi, partecipano a questa celebrazione quasi 170 vescovi provenienti dalla Francia e da tutto il mondo, così come un sacerdote per ciascuna delle 106 parrocchie della diocesi di Parigi, e un sacerdote per ciascuna delle le sette chiese cattoliche di rito orientale, accompagnate da fedeli di ciascuna di queste comunità. France Télévisions garantirà la registrazione e la trasmissione in diretta di tutti i momenti salienti delle cerimonie.
Nel dossier stampa diffuso dalla diocesi, l’arcivescovo Ulrich esprime sentimenti di gioia, impazienza e gratitudine. “Gioia, perché riscopriremo il punto focale della nostra vita diocesana, la casa comune dove tutti, e prima di tutto i più piccoli e i più poveri, hanno il loro posto”. £Impazienza, perché è grande la nostra sete di accogliere ancora una volta sotto le volte della cattedrale il mondo intero, questi presto 15 milioni di visitatori ogni anno, di ogni provenienza e affiliazione spirituale”. “Gratitudine, perché non potremo mai dimenticare che è grazie all’impegno di centinaia di migliaia di donatori che Notre-Dame potrà, domani, riaprire le sue porte al culto e ai visitatori”. “Nella notte del 15 aprile, queste centinaia di migliaia di persone hanno creduto e si sono impegnate in questa scommessa che sembrava impossibile da mantenere”. “A loro, come a tutti coloro che, nell’ambito dell’istituzione pubblica Rebâtir Notre-Dame de Paris, della cattedrale o della diocesi, hanno lavorato direttamente o indirettamente al cantiere del restauro, a cominciare dal generale Jean-Louis Georgelin, voglio esprimere la nostra gratitudine”.