Il progetto “Chiese aperte” a Castelfranco Veneto, in diocesi di Treviso, inizia nell’anno in cui si ricordano i tre secoli del duomo di Santa Maria Assunta e San Liberale. Presentata questa mattina, nella sacrestia della chiesa, l’iniziativa nasce dall’esperienza quinquennale a Treviso, che ha visto un crescendo di volontari formati e di chiese aperte ai visitatori. A presentare il progetto don Paolo Barbisan, direttore dell’ufficio diocesano per l’Arte sacra e i Beni culturali; don Claudio Bosa, parroco del Duomo di Castelfranco Veneto e l’assessora alla Cultura del Comune, Roberta Garbuio. Presenti anche gli altri sacerdoti di Castelfranco, l’assessore al Turismo e Comunicazione, Gianfranco Giovine; il direttore del museo e della Biblioteca di Castelfranco, Matteo Melchiorre e un folto gruppo di volontari di “Chiese aperte” e due classi di studenti e studentesse del liceo classico Giorgione che, proprio a contatto con le opere del duomo, faranno il loro stage formativo. “Abbiamo ricevuto in dono queste opere preziose e ci impegniamo a conservarle e a tramandarle, perché sono belle e perché crediamo che possano essere un linguaggio per dire il Vangelo a tutti. Non siamo figli del nulla, ma di Qualcuno che ci ha pensato e ci ha dato la possibilità di realizzare opere belle”, ha detto il parroco, don Claudio Bosa, ricordando che nell’occasione dei 300 anni della chiesa è stata ristampata la guida al duomo e ed è stata prodotta una penna commemorativa, grazie a un artigiano locale, con il legno recuperato dai vecchi magazzini della parrocchia. “L’obiettivo principale del progetto, nato anche grazie a un finanziamento dell’8 per mille della Cei, è la valorizzazione del patrimonio dei beni ecclesiastici che come comunità cristiana riteniamo nostro compito, dentro l’ambito di una pastorale dell’arte sviluppatasi in questi ultimi anni ormai in moltissime diocesi italiane”, ricorda don Paolo Barbisan, che sottolinea i dati dell’ultimo anno a Treviso, con un centinaio di volontari, una presenza di quasi 9.000 visitatori accolti, anche stranieri, e quasi 1.000 ore di servizio. “Attraverso il patrimonio che custodiamo, spesso con grandi sforzi, a chi entra nelle nostre chiese intendiamo riservare una buona accoglienza narrando la nostra identità, la nostra appartenenza, la nostra fede”, aggiunge: “la creazione di un gruppo di volontari opportunamente formati è parte fondamentale del progetto. Accanto a tante forme di volontariato, anche questo volontariato culturale è un contributo prezioso alla crescita delle nostre comunità. Abbiamo un museo diffuso, grazie alle nostre chiese, è giusto che tutti possano visitarlo e apprezzarlo e, nel contempo, possano incontrare le nostre comunità attraverso il volto accogliente dei volontari”. A concludere il momento, la testimonianza di Simonetta Baratto Catelli, da diversi anni volontaria di “Chiese aperte” a Treviso, ma cittadina castellana, che ha definito l’arte “una sorgente inesauribile di bellezza e di gioia, che rende migliore la nostra vita”. Le visite guidate al duomo di Castelfranco e alla chiesa di San Giacomo si svolgono ogni secondo e quarto fine settimana del mese, al sabato mattina (10 – 12) e pomeriggio (15 – 17.45) e alla domenica pomeriggio (15 – 17.45).