Ue: Bruxelles, aperta ieri Assemblea Comece. Mons. Crociata, tra guerre in atto e “forze politiche antieuropeiste”, “un quadro decisamente inquietante”

“Non c’è dubbio che sia la guerra in Ucraina (senza dimenticare quella in Medio Oriente) sia la presenza di forze politiche apertamente antieuropeiste delineano un quadro decisamente inquietante per l’Unione europea. Se a questo si aggiunge la consistenza sempre alta, se non crescente, del fenomeno dell’astensionismo, il quadro si fa ancora più preoccupante”. È stato mons. Mariano Crociata, presidente della Comece, la Commissione degli episcopati dell’Unione europea, a dare voce alle preoccupazioni dei vescovi Ue, in apertura ieri pomeriggio dell’assemblea autunnale dell’organismo europeo. I vescovi delegati degli episcopati dell’Unione europea sono riuniti a Bruxelles dal 27 al 29 novembre e tra gli altri, l’incontro vedrà anche la partecipazione dell’ex primo ministro italiano Enrico Letta. “È vero che difficoltà non sono mai mancate, e anzi di volta in volta esse sono state occasione per un salto di qualità da parte dell’Ue”, ha detto Crociata. “Ciò che tuttavia è nuovo è la graduale scomparsa dall’orizzonte di quelle aspettative e di quei valori che caratterizzavano gli inizi dell’Unione stessa”. “La distanza tra istituzioni europee e cittadini dei Paesi membri, che tante volte abbiamo stigmatizzato, ha raggiunto un livello pericoloso per la tenuta dell’Unione stessa, che è chiamata a fare un salto di qualità di livello superiore rispetto a quelli del passato”. Crociata avverte: “Il futuro dell’Unione non è una questione a cui si risponda con le sole politiche decise e adottate a Bruxelles, perché senza la partecipazione popolare, dei popoli e dei loro Paesi, sarà molto difficile che esso trovi luogo. E i popoli purtroppo, in questa fase, hanno soprattutto paura e in molti vedono in una chiusura nazionalistica la sicurezza in cui rifugiarsi, una mera illusione che non basta dire per scongiurarla”. Da qui il ruolo della Chiesa. “Dovremmo ricordare sempre che essere buoni credenti richiede anche l’essere buoni cittadini. E nell’Unione europea siamo simultaneamente e inseparabilmente cittadini nazionali e cittadini europei”.

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