“La crisi comunicativa della Chiesa non è un problema di mezzi, ma di identità”. Ne è convinto don Fabio Pasqualetti, intervenuto al convegno in corso alla Pontificia Università Lateranense sui 20 anni dal Direttorio “Comunicazione e missione”. “Come vivere e comunicare da cristiani in un ambiente che si spiega e si vive senza la necessità di Dio e con un immaginario dominato dalla prospettiva economica e tecnico scientifica”: questa, per il relatore, la domanda di fondo da porsi. “Il problema della comunicazione ecclesiale è che è banale”, la denuncia di Pasqualetti, secondo il quale “spesso di fronte alle grandi questioni di attualità i cattolici non sanno cosa dire”. “Se la teologia oggi non ha il coraggio di confrontarsi con le scienze, non può essere neanche abilitata a parlare”, la tesi del relatore: “il problema è stabilire un rapporto con le persone, creare un rapporto con la comunità”. “La Chiesa è sempre stata all’avanguardia sul versante della comunicazione”, l’omaggio di Pasqualetti: “il problema è che non sappiamo lavorare insieme e facciamo prodotti che non interessano a nessuno”. “La Chiesa è stata tra i primi a sbarcare sul digitale”, l’analisi del relatore: “oggi stiamo surfando con gli influencer cattolici”.