Comunicazione: Asolan (Redemptor Hominis), “oggi si moltiplicano i discorsi di odio”

“La comunicazione è e rimane un fenomeno complesso, un fenomeno globale che attiva una reciprocità personale e sociale”. Lo ha detto don Paolo Asolan, preside dell’Istituto Pastorale Redemptor Hominis, intervenuto al convegno in corso alla Pontificia Università Lateranense sui 20 anni del Direttorio “Comunicazione e missione”. L’avvento del digitale e dell’intelligenza artificiale “è una svolta che moltiplica a dismisura le distorsioni”, ha affermato Asolan a proposito della “complessità irriducibile” della comunicazione: “Mai prima d’ora la comunicazione segnala un’incidenza che si sperimenta sulla stessa struttura del sapere, ma anche dei processi psicosociali che interessano l’ethos contemporaneo”. “Non un settore, dunque, ma un carattere distintivo, trasversale, che prima ancora della comunità cristiana segna l’essere umano in tutte le sue manifestazioni”, ha segnalato l’esperto a proposito della comunicazione, “tema apertissimo su cui la comunità cristiana è chiamata a fare più di quello che è stato fatto finora”, perché “l’azione ecclesiale è strutturalmente un processo di relazione, e incide su tutte le attività pastorali”. Oggi, per Asolan, “siamo in presenza di un’assenza di riferimenti comuni che rendono equivoci i linguaggi”, fino ad arrivare agli “hate speeches”, i discorsi di odio che “si moltiplicano con la moltiplicazione dei mezzi”. Tra i criteri da tener conto, “il rapporto tra la comunicazione cristiana e il mondo dei media, fatto di opportunità ma anche di rischi, come la modifica dei mezzi di apprendimento o dei processi di identificazione dei valori per cui vale la pena di vivere”.

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