Brasile: Chiesa del Mato Grosso del Sud, a fianco delle comunità indigene che vivono cronica carenza d’acqua. La protesta repressa con ferimento di donne e bambini

(Foto comunità indigena Dourados)

La Commissione regionale Giustizia e pace del Mato Grosso del Sud esprime in una nota, diffusa ieri e pervenuta al Sir, la forte condanna della Chiesa locale per le violenze e la repressione subite dalle comunità Guarani, Kaiowá e Terena della riserva indigena di Dourados. “Data la cronica carenza d’acqua, che colpisce più di 15.000 persone nella regione – si legge nella nota -, la popolazione indigena ha organizzato una protesta pacifica in una strada locale e all’interno del proprio territorio, rivendicando il proprio diritto fondamentale all’acqua, essenziale per i bisogni primari, come l’approvvigionamento di case, scuole, posti di cura e per la sopravvivenza di piante e animali”.
La risposta dello Stato del Mato Grosso do Sul, secondo la Commissione, “è stata deplorevole, violenta e vile. Le truppe d’assalto della Polizia militare dello Stato sono intervenute con bombe a gas, proiettili ubriacanti e aggressioni fisiche, reprimendo brutalmente la manifestazione, ferendo bambini, donne e anziani. L’uso della forza contro un movimento legittimo, che rivendica i diritti fondamentali alla vita e alla dignità umana, è assolutamente inaccettabile. La situazione è ulteriormente aggravata dal fatto che la polizia militare ha invaso la riserva indigena, violando non solo i diritti fondamentali, ma anche la riconosciuta sovranità territoriale delle comunità indigene”. Nella nota si afferma: “È inaccettabile che la richiesta di acqua – un diritto umano riconosciuto a livello internazionale – venga trattata come una questione di sicurezza pubblica e repressa con la violenza della polizia. Una simile posizione non solo aggrava la vulnerabilità di queste comunità, ma mette anche a nudo l’incapacità storica dello Stato di garantire politiche pubbliche adeguate e di affrontare il preconcetto strutturale. Ribadiamo che la violenza non risolve la situazione né sostituisce il dialogo e le necessarie soluzioni strutturali”. Alla condanna si è unito anche il Cimi (Consiglio indigeno missionario), affiliato alla Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile.

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