Libano: Egeland (Nrc), “Accordo tra Israele e Libano deve portare a un cessate il fuoco regionale permanente”

L’accordo tra Israele e Libano deve portare a un cessate il fuoco regionale permanente: a chiederlo è Jan Egeland, Segretario generale del Norwegian Refugee Council (Nrc), sul cessate il fuoco concordato tra Israele e Libano, entrato in vigore questa mattina. “Abbiamo un cessate il fuoco atteso da tempo. Sarà un momento di sollievo per le famiglie che ho incontrato di recente in Libano, e per milioni di persone in tutto il paese, ma questo sollievo – sottolinea Egeland – deve essere duraturo. Il cessate il fuoco deve significare la fine delle persone cacciate dalle loro case e comunità e la fine del costante senso di paura e ansia che le persone hanno dovuto sopportare, preoccupandosi di quando arriverà il prossimo attacco”. Tuttavia, ricorda ancora il Segretario generale, “ci saranno senza dubbio molto dolore e trauma. Molti non avranno una casa in cui tornare, nessuna scuola per i loro figli e i mezzi di sostentamento distrutti. Il benessere dei bambini e delle loro famiglie deve essere prioritario in quello che sarà un lungo viaggio verso la ripresa”. Come Nrc “lavoreremo in tutto il paese per fornire alle persone sfollate ciò di cui hanno bisogno prima di un inverno rigido. I paesi che hanno contribuito ad alimentare questo conflitto mortale devono ora farsi avanti e fornire assistenza umanitaria alle organizzazioni umanitarie sul campo. I combattimenti potrebbero essere finiti per ora, ma l’emergenza umanitaria è in corso e molte migliaia di persone continueranno a sentire gli impatti degli ultimi due mesi di violenza per mesi e anni a venire”. Dal Libano a Gaza. Per Egeland è anche “il momento per la cessazione dei combattimenti a Gaza. Il cessate il fuoco in Libano non deve portare a ulteriori escalation lì o altrove. È fondamentale – conclude – che gli sforzi diplomatici mettano l’umanità al primo posto e facciano sì che tutte le parti si impegnino per la pace regionale e il rispetto del diritto internazionale come unica via da seguire”.

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