Sono 20 (su 21) i piani a medio termine che secondo la Commissione europea soddisfano i requisiti del nuovo quadro europeo di governance economica, perché contengono “un percorso fiscale credibile per garantire che il livello del debito dei rispettivi Stati membri venga messo su un percorso sostenibile verso il basso o mantenuto a livelli prudenti”. Nell’elenco c’è anche l’Italia. Rimandati i Paesi Bassi, mentre il piano ungherese è ancora allo studio della Commissione. Apprezzata la scelta italiana e di altri 4 piani a medio termine, che “il percorso di spesa netta si basi su un’estensione del periodo di aggiustamento da quattro a sette anni”, anche perché l’estensione è accompagnata da impegni di riforma e investimento inclusi nei piani. Approvati i bilanci previsionali 2025 solo di 8 Stati membri dell’area dell’euro – anche qui c’è l’Italia – perché in linea con le raccomandazioni fiscali europee e la loro spesa netta è prevista entro i massimali. L’Italia, che è attualmente sottoposta a procedura per disavanzo eccessivo ha tracciato un percorso correttivo approvato da Bruxelles. Queste sono le valutazioni del pacchetto autunnale del semestre europeo che “segna un passo importante nell’attuazione del nuovo quadro di governance economica”, ha spiegato il commissario Paolo Gentiloni presentando i risultati delle verifiche. “I piani a medio termine degli Stati membri forniscono roadmap credibili per la sostenibilità fiscale e la crescita”, come coerenti con la nuova governance sono i percorsi di aggiustamento fiscale degli stati sotto procedura per disavanzo eccessivo. I progetti di bilancio per il 2025 – ha ancora dichiarato il Commissario – mostrano che, in base alle nuove regole, “il consolidamento non avviene a scapito degli investimenti”. Tuttavia, da parte del commissario il richiamo a “rimanere agili e pronti a rispondere a shock inattesi”, in un momento in cui l’economia Ue sta tornando a una crescita modesta dopo un prolungato periodo di stagnazione.