“Siamo orgogliosi delle prove offerte dal nostro sistema di Protezione Civile, non a caso preso ad esempio anche in altre nazioni. Ma il tema non può ridursi alla capacità, alla rapidità, all’efficacia dell’intervento durante le calamità. Bisogna guardare alla prevenzione dei rischi, con una visione di lungo periodo, analoga a quella dell’andamento dell’evoluzione degli eventi naturali”. Lo ha sottolineato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo intervento ad Alessandria in occasione del trentesimo anniversario dell’alluvione che colpì diversi Comuni della Regione Piemonte.
Per il capo dello Stato, “non basta proporsi di ‘mitigare’ le avversità. Non sarebbe un proposito all’altezza delle attese e delle esigenze”. “La storia – ha proseguito – sovente ci consegna tragedie. Che fare di fronte ad esse?”, ha domandato Mattarella, sottolineando che “gli slogan suggestivi della forza della ricostruzione del ‘dov’era com’era’ meritano di mettere l’energia che li anima a servizio di un equilibrio che non perpetui squilibri e pericoli”. “Appare poco previdente – ha ammonito – evocare, ogni volta, la straordinarietà degli eventi – che tendono, invece, prepotentemente, a riprodursi – per giustificare in quel modo noncuranza verso una visione adeguata e verso progetti di lungo periodo”.
Dopo aver ricordato gli eventi alluvionali che dal Polesine in poi hanno funestato l’Italia intera, il presidente ha rilevato che “siamo portati, istintivamente, a definire le calamità che si presentano come ‘naturali’”. “Che senso va attribuito a questa espressione?”, ha chiesto: “Dare per scontato che le calamità debbano ripetersi e che accadono – e accadranno – comunque, a prescindere? Che, tutto sommato, è piuttosto vano opporvisi? E che il massimo che si possa fare, dunque, è tentare di attenuarne gli effetti? Oppure, che la natura, periodicamente, presenta anche il conto della costante propensione dell’uomo a trascurare gli equilibri dell’eco-sistema?”.