Dopo la decisione dello scorso anno di rinunciare all’esposizione pubblica di luci e decorazioni natalizie, assunta in solidarietà con le popolazioni vittime della guerra scoppiata dopo il 7 ottobre, i patriarchi e i capi delle Chiese di Gerusalemme invitano, per i prossimi periodi di Avvento e Natale, i fedeli e le congregazioni religiose “a commemorare pienamente l’avvicinarsi e la nascita di Cristo dando segni pubblici di speranza cristiana”. Allo stesso tempo, però, si legge in un comunicato diffuso il 23 novembre e pervenuto al Sir, i Patriarchi e i Capi delle Chiese di Gerusalemme invitano i cristiani a “celebrare il Natale con modi rispettosi delle gravi privazioni che milioni di persone nella nostra regione continuano a sopportare a causa della guerra. Questi – si legge nel comunicato – dovrebbero certamente includere il sostegno costante nelle nostre preghiere, atti di carità e di accoglienza nel nome di Cristo. In questo modo – dicono i capi religiosi della Città Santa – faremo eco alla storia del Natale stesso, dove gli angeli annunciarono ai pastori la lieta novella della nascita di Cristo nel mezzo di tempi altrettanto bui nella nostra regione, offrendo a loro e al mondo intero un messaggio di speranza divina e di pace”. Tra i firmatari della Dichiarazione anche il card. Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino, padre Francesco Patton, Custode di Terra Santa, patriarca greco-ortodosso, Teofilo III, ed altri rappresentanti delle chiese cristiane e cattoliche (copta, maronita, melkita, siro-cattolica, episcopale, evangelica luterana, armena).