Disabilità e lavoro: Maggio (Cbm Italia), “le persone disabili vogliono passare da essere spettatori a essere attori”

(Foto De Amicis)

“Una persona povera più facilmente cade in una condizione di disabilità e viceversa”. Lo ha affermato Massimo Maggio, direttore di Cbm Italia (organizzazione umanitaria impegnata nella promozione e nella tutela dei diritti delle persone disabili), nel suo intervento al terzo Seminario di studio su disabilità e lavoro “Un altro punto di vista: la forza delle reti comunitarie” organizzato oggi a Pescara – nella sede dell’Azienda di Trasporto unico abruzzese Tua – dall’Ufficio nazionale per i Problemi sociali e il lavoro e del Servizio nazionale per la Pastorale delle persone disabili della Cei. Cbm Italia ha presentato una ricerca, realizzata in collaborazione con Fondazione Zancan, caratterizzata da un lavoro di ascolto delle persone disabili e delle loro famiglie: “Costoro – denuncia Maggio – lamentano di vivere in un isolamento da abbattere. Serve, innanzitutto, promuovere una cultura dell’inclusione, investendo poi in un lavoro che sia umanizzato, andando oltre la standardizzazione del welfare attuale. Questo perché le persone disabili vogliono passare da essere spettatori a essere attori nel mondo del lavoro”. D’altra parte i dati dello studio di Cbm Italia parlano chiaro: il 38% delle persone coinvolte nello studio è inabile la lavoro, 46% nel Mezzogiorno; il 27% è disoccupato; 34% ha ottenuto l’attestazione di disabilità per il collocamento mirato, il 21% nel Mezzogiorno; 1 persona disabile su 5 chiede accesso a formazione lavorativa: “Servono strumenti utili – conclude il direttore di Cbm Italia – per cambiare paradigma e rinnovare le politiche di welfare, sviluppando una cultura operosa che non ci faccia smarrire e restare indifferenti”.

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