“Spesso guardiamo il bene da un punto di vista unidirezionale (io aiuto la persona che ha bisogno). In realtà, la vita ci insegna che il bene relazionale che proviene da una presenza è talmente illuminante da scardinare le nostre certezze, come quella dell’efficienza”. Lo ha affermato il direttore dell’Ufficio nazionale Cei per i problemi sociali e il lavoro, don Bruno Bignami, tirando le conclusioni del terzo Seminario di studio su disabilità e lavoro “Un altro punto di vista: la forza delle reti comunitarie”, organizzato oggi a Pescara – presso la sede dell’Azienda di trasporto unico abruzzese (Tua) – dall’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro e dal Servizio nazionale per la pastorale delle persone disabili della Cei: “Se una persona ci rallenta – ha aggiunto don Bignami -, scopriamo uno sguardo differente della vita, fatto di tempi diversi e di vita più lenta. I beni relazionali ci consentono di capire cosa fa la differenza, ovvero le persone. Le reti di cura si pongono dentro l’orizzonte dei beni relazionali, ma prima ancora viene il valore delle persone”. Inoltre, è emerso ancora una volta come esperienze come il Seminario odierno, favoriscano lo scambio di esperienze: “La forza – ha concluso suor Veronica Amata Donatello, responsabile del Servizio nazionale Cei per la pastorale delle persone con disabilità – è che tutto ciò abbia una ricaduta regionale. Abbiamo creato reti, anche questo è stato un incontro significativo e ora la sfida è di non aspettare il Seminario dell’anno prossimo, ma di far sì di creare reti di cura nella nostra quotidianità”.