Cipro: Wcc, appello per porre fine in modo pacifico alla divisione dell’isola e alle restrizioni di culto per i cristiani nell’area occupata

Cipro, muro a Nicosia di confine tra zona greca e zona turca (Foto Sir)

“Ci rammarichiamo profondamente che i negoziati nel processo di pace di Cipro siano falliti nel 2017 e non siano ancora ripresi. Siamo rattristati dal fatto che, mentre i turco-ciprioti non hanno limitazioni alla loro libertà di movimento e accesso a tutte le parti di Cipro, i cristiani ciprioti subiscono significative restrizioni al loro accesso e alla loro libertà di culto nelle chiese e nei luoghi sacri nell’area occupata”. A denunciarlo è oggi il Comitato esecutivo del Consiglio ecumenico delle Chiese (Wcc), riunito a Cipro (dal 21 al 26 novembre), isola che soffre ancora delle conseguenze di un conflitto irrisolto tra Grecia e Turchia, per un pellegrinaggio ecumenico di giustizia, riconciliazione e unità. La dichiarazione esorta “tutti i leader delle comunità greco-cipriota e turco-cipriota a superare le ostilità, le divisioni e le ingiustizie del passato e a sostenere l’accesso libero e aperto a tutti i luoghi di culto su entrambi i lati della divisione”. Il Wcc invita inoltre tutte le parti statali e non statali coinvolte “a impegnarsi per una fine pacifica della divisione di Cipro derivante dall’invasione e dall’occupazione di 50 anni fa e a negoziare per un risultato non violento, positivo e giusto come fondamento essenziale per una pace e uno sviluppo sostenibili nella regione”. La dichiarazione esorta il segretario generale delle Nazioni Unite e tutti i membri della comunità internazionale “a continuare a sostenere, accompagnare e incoraggiare il processo di pace a Cipro, compresi gli sforzi di rafforzamento della fiducia intercomunitaria e di promozione della pace dei leader religiosi e delle comunità di fede di Cipro”. Il Wcc lancia un appello alle autorità turco-cipriote affinché “liberalizzino il loro approccio palesemente restrittivo alle richieste di accesso e di svolgimento di servizi di culto nelle chiese e nei luoghi sacri cristiani nel territorio sotto il loro controllo, e garantiscano il libero accesso a tali luoghi”.

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