“Il progetto avviato dalle diocesi di Modena e Carpi, su ispirazione della normativa e delle sollecitazioni di Papa Francesco, è un esempio riuscito di collaborazione tra istituzioni civili e religiose per la cura delle persone fragili. I minori e gli adulti vulnerabili sono le membra più deboli e offese della nostra società”. Così mons. Erio Castellucci, arcivescovo di Modena-Nonantola e di Carpi, stamani, aprendo il convegno “Tutela dei minori e delle persone vulnerabili: per una cultura della prevenzione e della cura”, nella parrocchia di Gesù Redentore, alla presenza di educatori, docenti, operatori sociali che sono quotidianamente a contatto con minori e persone vulnerabili.
L’iniziativa è stata promossa dal Servizio Interdiocesano per l’Ascolto, la Prevenzione e la Tutela dei Minori e delle persone vulnerabili (Sipatm) nell’ambito del progetto “Dalla parte degli ultimi”. “Negli ultimi decenni – ha sottolineato – la Chiesa, riconoscendo che anche al proprio interno si sono perpetrati abusi e molestie, si sta impegnando con determinazione a prevenire e curare queste ferite”. A tale proposito, l’arcivescovo ha osservato che il Sipatm “sta operando capillarmente sul territorio delle due diocesi, offrendo agli educatori alcuni strumenti fondamentali per individuare e prevenire gli abusi e per formarli al rispetto della dignità dei bambini, dei ragazzi e delle persone svantaggiate. Sono profondamente grato alle Fondazioni, per avere accolto e supportato con convinzione questo progetto, che ha una ricaduta significativa nelle nostre comunità cristiane e civili”.