È uno dei padri fondatori della giustizia riparativa e per il contributo dato al suo sviluppo teorico e alla diffusione a livello globale, John Braithwaite è stato insignito del Premio Balzan 2024 ricevuto al Quirinale giovedì 21 novembre dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Professore emerito dell’Australian National University di Canberra e membro del Comitato scientifico dell’Alta Scuola “Federico Stella” sulla giustizia penale della Cattolica, Braithwaite, lunedì 25 novembre, sarà ospite dell’Università Cattolica del Sacro Cuore per pronunciare la “lecture” dal titolo “Gentle ideas for hard problems: war and peace, crime and justice”.
L’evento, promosso dall’Alta Scuola “Federico Stella” sulla giustizia penale in collaborazione con la Fondazione internazionale Balzan, si terrà a Milano alle ore 9 nell’Aula Pio XI dell’Ateneo (largo Gemelli 1). Introdurranno Cristina Messa, presidente della Fondazione internazionale Balzan “Premio”, Marta Cartabia, presidente del Comitato generale premi della Fondazione internazionale Balzan e docente di Diritto costituzionale all’Università Luigi Bocconi, Gabrio Forti, emerito dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e direttore dell’Alta Scuola “Federico Stella” sulla giustizia penale.
Dopo la “lecture”, seguirà una tavola rotonda dedicata ad approfondire alcuni temi affrontati da John Braithwaite. Insieme con Marta Cartabia e Gabrio Forti parteciperanno al dibattito Ivo Aertsen, emerito di Crimonologia al Leuven Institute of Criminology, Ku-Leuven (Belgio), Adolfo Ceretti, docente di Crimonologia all’Università degli studi di Milano-Bicocca, Gian Luigi Gatta, docente di Diritto penale all’Università degli studi di Milano, e Claudia Mazzucato, docente di Diritto penale all’Università Cattolica del Sacro Cuore. John Braithwaite ha elaborato concetti decisivi per lo sviluppo della giustizia riparativa in ambito penale, ambientale, sanitario e internazionale. I suoi studi spaziano dai settori della criminalità economica a quelli dei crimini contro l’umanità e di guerra fino ad arrivare ai processi di pacificazione a seguito di gravi violazioni dei diritti umani. È a lui che si deve l’aver coniato concetti di diplomazia riparativa, una diplomazia dal basso, democratica, e di responsive regulation, un modello di regolazione, di ordinamento giuridico che tiene costantemente aperto un dialogo con i destinatari delle norme e adegua le risposte agli illeciti alla volontà di questi ultimi di rientrare nella legalità. È autore di numerosi e importanti saggi scientifici.