Dal 18 al 22 novembre, nella parte orientale della Sicilia, si è tenuto il 58° convegno nazionale dei rettori e operatori dei santuari, che ha avuto come tema centrale “Il carisma dei santuari di fronte alle sfide di oggi nell’evangelizzazione”.
“Particolare spazio è stato dato ai relatori provenienti dalle Facoltà teologiche del Sud Italia, che hanno dibattuto sulla sfida contemporanea dell’integrare la celebrazione del Giubileo nelle nuove missioni di evangelizzazione. Un’occasione, come ricordato nei vari interventi, per riflettere sul ruolo dei santuari nella diffusione del messaggio cristiano alla luce di un momento storico che offre numerosi spunti, partendo anche dalle sfide della secolarizzazione e dei cambiamenti sociali e culturali”, si legge in una nota.
In apertura dei lavori, mons. Antonino Raspanti, vescovo di Acireale e presidente della Conferenza episcopale siciliana, ha detto: “I santuari, luoghi di incontro tra Dio e l’uomo, ci ricordano l’importanza di custodire la fede e di testimoniarla nelle sfide del nostro tempo. Nell’Anno di grazia del Giubileo, siamo chiamati a riscoprire il valore dell’etica personale e comunitaria, lasciandoci guidare dalla luce del Vangelo”.
Il presule ha aggiunto: “È un tempo propizio per rinnovare il nostro impegno nell’evangelizzazione e per crescere come strumenti di pace, speranza e misericordia, rispondendo con amore al bisogno di senso e spiritualità della gente”.
Tra i luoghi meta degli incontri anche la parrocchia “Immacolata Concezione” di Cannizzaro, retta da don Venerando Licciardello. La parrocchia, dedicata alla Vergine Maria, celebra un Anno mariano ricco di eventi spirituali per il 170° anniversario del dogma e il 70° del simulacro mariano. Qui, nella mattina del 21 novembre, si è tenuta la preghiera delle lodi. A guidare il momento mons. Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e di Foligno e assistente ecclesiastico del Collegamento nazionale santuari. “Maria si svela al nostro sguardo, offrendosi come segno tangibile della presenza di Dio. Con lei, il Verbo si è fatto carne, e quanto più apriamo il cuore, tanto più il Figlio di Dio entra nella nostra vita. Il rapporto con Dio non è mai scontato: occorre aprirsi alla sua grazia e accoglierla con fiducia – ha affermato mons. Sorrentino -. Contempliamo il dono che Dio ci fa presentandoci la Madre del Signore. Nella liturgia della Chiesa risuona la voce di Cristo che la offre a tutti come madre e modello di fede. Maria gioisce nel Signore, e come ricorda Sant’Agostino, la sua grandezza rappresenta l’intera Chiesa. Nel corpo ecclesiale, Maria è presente, unita a noi come segno di speranza e amore”.
Il presule si è soffermato poi sul ruolo delle tradizioni popolari, rimarcando che “sono delle ricchezze, dei presidi della fede del nostro popolo. In un tempo in cui la fede è messa a dura prova, le tradizioni non sono soltanto fatti emotivi ma portano in sé delle profondità spirituali, storiche e culturali”.