Sono migliaia i volontari che quotidianamente a Roma si spendono per contrastare le tante forme di povertà. Accanto a loro c’è però chi si disinteressa dei più fragili. “Abbiamo un grande problema di indifferenza a Roma. C’è tanta gente di buona volontà ma anche tanti che credono che non riguardi loro, che non tocchi a loro, ma non è così e noi come Chiesa dobbiamo dare il meglio per far riscoprire alle persone la carità politica. Bisogna passare dall’indifferenza alla speranza fondata sulla presenza di segni concreti”. Lo ha dichiarato Giustino Trincia, direttore della Caritas di Roma, durante il suo intervento per la presentazione della settima edizione del Rapporto “Povertà a Roma: un punto di vista” sul tema “Tra indifferenza e speranza”.
Nel corso della conferenza stampa, nella sala Ugo Poletti del Vicariato di Roma, il direttore dell’organismo diocesano ha illustrato i dati del rapporto e formulato varie richieste alle istituzioni. A Governo e Parlamento si chiede tra l’altro la sospensione dell’esecuzione degli sfratti nei casi di morosità incolpevole nel corso del Giubileo, promuovendo accordi con i piccoli proprietari; alla Regione Lazio una nuova legge sull’edilizia residenziale pubblica regionale e sul sistema di gestione delle Ater; a Roma Capitale di attuare il Piano Strategico per il Diritto all’Abitare 2023-26 e la regolazione del fenomeno degli affitti brevi. Ha quindi indicato cinque vie, cinque verbi per rafforzare la speranza e ridurre l’indifferenza: ricucire, riconoscere, rieducare, rischiare, riorganizzare. Su quest’ultimo aspetto ha sottolineato che “sono 30 anni che si aspetta una riforma per dotare Roma Capitale di maggiori poteri e risorse” ha detto. Parlando delle quattro tensostrutture per accogliere i senza fissa dimora che saranno attivate da Roma Capitale, Trincia ha definito sterili le polemiche scaturite in proposito. “È chiaro che la tensostruttura non è la soluzione al problema – ha sottolineato -, ma al momento queste persone stanno nelle tende, su giacigli di fortuna”.