Intelligenze artificiale: mons. Savino, “etica e parità di accesso a mezzi tecnologici”

“L’intelligenza artificiale pone il grande problema della libertà. Come utilizzo tale tipo di intelligenza, per quali fini? Come si rapporta con il tema della disuguaglianza? Essa è una grande opportunità ma ci pone domande”. Lo ha detto questa mattina a Cosenza mons. Francesco Savino, vescovo di Cassano all’Jonio, intervenendo al XX Rapporto sull’economia cosentina promosso dalla Bcc Mediocrati sul tema dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale in impresa.
Mons. Savino si è soffermato sulle potenzialità dell’utilizzo di questo strumento, ma ha posto alcune questioni. “Questo tipo di intelligenza oggi ti porta a costruire una nuova identità del soggetto sociale? Grazie all’intelligenza artificiale siamo ubiqui? Una teleconferenza può annullare i concetti di spazio e tempo, che propri dell’antropologia? Siamo diventati onnipotenti e onniscienti?”. Per mons. Savino, che ha riflettuto sull’importanza del “dialogo interdisciplinare per una sempre maggiore conoscenza della realtà dell’Ia”, “c’è la necessità di un’etica, che anzitutto non deve arginare i processi di conoscenza né l’impegno dei ricercatori, ma favorire, assieme a essi, un’uguaglianza di accesso ai mezzi tecnologici”, perché “non ci siano persone più uguali di altre”. Chiosando sul tema dell’imminente giubileo, mons. Savino ha esortato affinché “con l’intelligenza artificiale organizziamo la speranza e insieme la facciamo camminare.

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