Striscia di Gaza: Hadi (Ocha), “distribuzione aiuti si sta bloccando. La sopravvivenza di due milioni di persone è in bilico”

“La distribuzione di aiuti essenziali in tutta Gaza, tra cui cibo, acqua, carburante e forniture mediche, si sta bloccando. La sopravvivenza di due milioni di persone è in bilico”. È quanto denunciato da Muhannad Hadi, coordinatore umanitario per il Territorio palestinese occupato (Ocha – Opt), in una nota dell’organismo delle Nazioni Unite. Hadi descrive la situazione a Gaza dove “i panifici chiudono uno dopo l’altro per mancanza di farina o carburante per far funzionare i generatori di corrente”. Inoltre, “per oltre sei settimane, le autorità israeliane hanno vietato le importazioni commerciali. Allo stesso tempo, un’ondata di saccheggi armati contro convogli umanitari e camionisti, alimentata dal crollo dell’ordine pubblico e della sicurezza, ha ulteriormente paralizzato la nostra capacità di raccogliere rifornimenti dalle aree di confine e di consegnare aiuti essenziali. I civili palestinesi stanno lottando per sopravvivere in condizioni invivibili, in mezzo a ostilità implacabili. Spinti sull’orlo del baratro, non hanno accesso al supporto essenziale di cui hanno disperatamente bisogno per sopportare questa catastrofe umanitaria senza precedenti”. Alla denuncia Hadi aggiunge alcuni dati: “Nel 2024, i camion delle Nazioni Unite sono stati saccheggiati 75 volte, inclusi 15 attacchi di questo tipo solo dal 4 novembre, e persone armate hanno fatto irruzione nelle strutture delle Nazioni Unite in 34 occasioni. Solo la scorsa settimana, un autista è stato colpito alla testa e ricoverato in ospedale, insieme a un altro camionista. Questo sabato, non meno di 98 camion sono stati saccheggiati in un singolo attacco, con camion danneggiati o rubati”. Le agenzie umanitarie, ribadisce Hadi, “rimangono impegnate a restare a Gaza e a consegnare, ma la nostra capacità di farlo è sempre più messa in discussione. Le condizioni per un accesso umanitario sicuro e senza ostacoli in tutta Gaza devono essere stabilite attraverso mezzi legali. I nostri appelli a nome della popolazione civile colpita non possono più essere ignorati. Le atrocità – conclude – devono finire”.

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