“Il nostro mondo è diviso e lacerato da odio, tensioni, guerre e minacce di un conflitto nucleare. Oggi sui giornali c’è quest’ultima minaccia”. A lanciare il grido d’allarme è stato il Papa, ricevendo in udienza i partecipanti al XII Colloquio del Dicastero per il dialogo interreligioso con il “Centro per il dialogo interreligioso e interculturale” di Teheran. “Questa situazione spinge noi, credenti nel Dio della pace, a pregare e a operare per il dialogo, la riconciliazione, la pace, la sicurezza e lo sviluppo integrale dell’intera umanità”, l’invito ai presenti: “Noi crediamo in lui come il Dio dell’amore onnipotente. L’impegno che insieme possiamo dimostrare per la pace ci rende credibili agli occhi del mondo e in particolare delle nuove generazioni”. L’educazione delle giovani generazioni, per Francesco, “si attua attraverso la cooperazione fraterna nel cammino della ricerca di Dio. In questa ricerca non dobbiamo mai stancarci di parlare e di operare a favore della dignità e dei diritti di ogni persona, di ogni comunità e di ogni popolo”. “Difendere sempre i diritti della persona, della comunità e del popolo”, l’imperativo papale, partendo dalla consapevolezza che “la libertà di coscienza e la libertà di religione sono la pietra angolare dell’edificio dei diritti umani” e che “la libertà religiosa non si limita all’esercizio del proprio culto, ma consente di essere totalmente liberi di decidere nel campo del proprio credo e della pratica religiosa”.