“Fa molto bene fare memoria del bene”. Ne è convinto il Papa, che nella lettera sul rinnovamento dello studio della storia nella Chiesa non raccomanda solo la “memoria degli orrori” della storia, ma anche il ricordo “di quanti, in mezzo a un contesto avvelenato e corrotto, sono stati capaci di recuperare la dignità e con piccoli o grandi gesti hanno scelto la solidarietà, il perdono, la fraternità”. “Il perdono non implica il dimenticare”, puntualizza Francesco, secondo il quale “quando c’è qualcosa che per nessuna ragione dobbiamo permetterci di dimenticare, tuttavia, possiamo perdonare”. “Insieme alla memoria, la ricerca della verità storica è necessaria perché la Chiesa possa avviare – e aiutare ad avviare nella società – sinceri ed efficaci percorsi di riconciliazione e di pace sociale”, la proposta del Papa, che esorta ad esercitare “una memoria penitenziale, capace di assumere il passato per liberare il futuro dalle proprie insoddisfazioni, confusioni e proiezioni. Solo dalla verità storica dei fatti potranno nascere lo sforzo perseverante e duraturo di comprendersi a vicenda e di tentare una nuova sintesi per il bene di tutti”.