“I genocidi culturali non avvengono solo per la distruzione di un patrimonio; è genocidio culturale quando rubiamo il futuro ai bambini, quando non offriamo loro condizioni per diventare ciò che potrebbero essere”. A lanciare il grido d’allarme è stato il Papa, ricevendo in udienza i partecipanti alla prima Assemblea Plenaria del Dicastero per la Cultura e l’Educazione. “Oggi il mondo registra il numero più alto di studenti nella storia”, l’analisi di Francesco: “Ci sono dati incoraggianti: circa 110 milioni di bambini completano la scolarizzazione primaria. Però, rimangono tristi disparità. Infatti, circa 250 milioni di bambini e adolescenti non frequentano la scuola. È un imperativo morale cambiare questa situazione”. Poi la citazione di un libro di Antoine de Saint-Exupéry, “Terra degli uomini”, in cui l’autore percorre i vagoni di terza classe di un treno pieno di famiglie di rifugiati, si sofferma a guardarli e scrive: “Mi tormenta che in ognuno di questi uomini c’è un po’ Mozart, assassinato”. “La nostra responsabilità è immensa”, l’invito del Papa, secondo il quale “educare è avere l’audacia di confermare l’altro con quella espressione di Sant’Agostino: ‘Volo ut sis’: ‘Voglio che tu sia’”. “Non siate educatori in pensione”, l’invito a braccio, unito alla richiesta ai centri centri di ricerca delle Università che si impegnino a studiare l’attuale “rivoluzione” digitale in corso, “facendo luce sui vantaggi e sui pericoli” dell’intelligenza artificiale.