Diocesi: Venezia in mille al pellegrinaggio dei giovani alla Madonna della Salute. Il patriarca Moraglia ha ricordato Sammy Basso

(Foto Patriarcato di Venezia)

Un migliaio di giovani veneziani ieri sera hanno rinnovato il tradizionale voto alla Madonna e accolto la testimonianza di Fabio Mariuzzo e la catechesi del patriarca Francesco Moraglia, che ha ricordato Sammy Basso e le parole dette dal Santo Padre lo scorso 28 aprile.
Questa sera mille giovani veneziani (cui si sono aggiunti altri ragazzi della diocesi di Viterbo) hanno compiuto il tradizionale pellegrinaggio alla Madonna della Salute guidati d mons. Moraglia. Si sono ritrovati in campo San Maurizio alle 18.30 per raggiungere la Salute pregando il Santo Rosario.
La testimonianza di Fabio Mariuzzo (socio dell’Associazione Familiari insonnia familiare fatale – Afiff), che ha percorso in sella della sua bici mercoledì i 2.000 chilometri che separano Musile di Piave da Bilbao in Spagna, dove ha raggiunto la sede della Fundación Española de Enfermedades Priónicas, ha costituito cuore della veglia incentrata sul tema “Quanti sperano nel Signore camminano senza stancarsi”.
“Quando uno costruisce una casa – ha raccontato Mariuzzo – sa che vuole porre un tetto sulla sua testa. Per noi stessi dobbiamo decidere come investire il nostro tempo, investirlo in cose che ci arricchiscono: curare la nostra spiritualità, curare le relazioni, curare le cose che contano. Più investo il mio tempo arricchendo la mia persona avrò porte che si aprono. Questo ha a che fare con la mia felicità. Se non ho le chiavi giuste per aprire le porte la mia felicità come la troverò? Per ogni foto di un mio traguardo ce ne sono molte di più di me stremato lungo la strada. Resistere non è questione di muscoli, perché sono i primi che ti chiedono di fermarti. Allora subentra il cuore. I primi 1000 chilometri sono stati facili. Poi sono finiti i muscoli ed è subentrato il cuore. Quello che da benzina al cuore è l’umiltà”.
Il patriarca ha ringraziato Fabio Mariuzzo e ha voluto ricordare anche la testimonianza di Sammy Basso: “Noi abbiamo bisogno di testimoni. I maestri non si ascoltano volentieri. I testimoni si ascoltano perché comunicano la vita. Oggi ci è giunto un messaggio importante: la nostra vita non coincide con la nostra vita biologica. Fabio non è la sua malattia. Dopo una testimonianza così è difficile parlare. Prepariamoci tutti a non stare zitti davanti ad alcune circostanze o situazioni: in casa, in classe, con gli amici, per la strada… non parlare perché è comodo stare zitti, non guardare perché fa comodo guardare dall’altra parte”. Il 4 giugno 2020, ha ricordato il presule, “mi è venuto a trovare Sammy Basso, affetto da una malattia genetica rara che fa invecchiare precocemente. Ci ha lasciato qualche mese fa a 28 anni. Uscendo da quell’incontro ho sentito che mi aveva cambiato (e gli incontri ci cambiano in bene o in male, ecco perché vanno curati). Vi rimando al suo testamento spirituale. Noi non siamo la nostra malattia, non siamo la nostra bellezza, non siamo la nostra intelligenza o la nostra cultura. la persona va oltre queste cose. Visitare i luoghi di sofferenza o di emarginazione (qui c’è il nostro cappellano della casa circondariale maschile)… Leggete quell’inno alla vita che è il testamento spirituale di Sammy Basso”.
Il patriarca ha perciò letto ai giovani alcuni passaggi chiave del testamento spirituale del giovane biologo affetto da progeria e ha anche ricordato le parole che Papa Francesco ha rivolto ai giovani proprio alla Salute lo scorso 28 aprile: “Occorre anzitutto alzarsi da terra perché siamo fatti per il cielo”.
Il pellegrinaggio dei giovani si è concluso con un momento di silenzio e preghiera e poi con l’atto di affidamento alla Beata Vergine Maria. Come tutti i pellegrini, i ragazzi veneziani hanno attraversato il presbiterio della basilica mariana passando accanto all’altare che custodisce l’icona della Mesopanditissa.

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