A Roma, nella Sala stampa della Camera dei deputati – in via della Missione 4 –, il 26 novembre, alle 14.45, si svolgerà la conferenza stampa “Vuoti a prendere”, che ha per sottotitolo: “L’affidamento in prova in comunità per i detenuti tossicodipendenti, una pratica in calo mentre il sovraffollamento carcerario aumenta”.
Nell’annuale relazione al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia 2024 elaborata dal Dipartimento per le politiche antidroga e presentata il 25 giugno scorso dal Governo si evidenzia come al 31 dicembre 2023 erano presenti negli istituti di pena 17.405 detenuti tossicodipendenti, pari al 29% della popolazione carceraria totale (60.166). “A fronte di questa situazione e anche considerando le misure previste per l’accesso alle pene alternative alla detenzione per le persone con problemi di dipendenza patologica (art 94 – 309/90 per cui l’affidamento in prova in casi particolari può essere concesso solo quando deve essere espiata una pena detentiva, anche residua e congiunta a pena pecuniaria, non superiore a sei anni) solo il 7% degli assistiti detenuti con problematiche legate all’uso di sostanze viene inserito in comunità terapeutiche come misura alternativa al carcere – ricorda il Cnca –. Nel corso dell’anno 2023, le persone alcol/tossicodipendenti in carico agli Uepe per misure alternative sono state 6.270, di queste la maggior parte proveniva dallo stato di detenzione (47%), il 20% erano persone in misura provvisoria dalla detenzione e solo il 23% si trovavano in stato di libertà”.
Malgrado sia evidente lo stato di cronica emergenza in cui versano gli istituti di pena in Italia, con tasso di sovraffollamento medio del 120%, “l’applicazione della misura alternativa alla detenzione per persone alcol/tossicodipendenti è in calo rispetto agli scorsi anni”, denuncia il Cnca, che è una rete di 240 organizzazioni del terzo settore italiane ed è la rete più ampia e numerosa di servizi del privato sociale per persone che usano sostanze e con dipendenze da uso non controllato di sostanza e gioco d’azzardo. La rete è attiva da più di 40 anni nell’accoglienza di persone in misura alternativa alla detenzione. Della rete fanno parte oltre 150 comunità terapeutiche residenziali e semi residenziali accreditate che propongono percorsi per persone con problemi di dipendenza da sostanze o da gioco d’azzardo. Nell’ultima rilevazione le comunità terapeutiche residenziali ospitavano quasi 400 persone in misura alternativa alla detenzione (affidamento), ma quasi altrettanti posti sono ancora disponibili nelle comunità della rete sparse per l’Italia.
Interverranno alla conferenza stampa Caterina Pozzi, presidente del Cnca, Sonia Caronni, referente area penale adulti del Cnca, Riccardo de Facci, referente rapporti istituzioni sulle dipendenze del Cnca, Denise Amerini della Cgil, Stefano Anastasia, garante dei diritti dei detenuti del Lazio, Franco Corleone de La società della Ragione, Antigone e Federserd.