“Mille giorni. In realtà sappiamo che un giorno è già insopportabile, per il suo carico terribile di morte che provoca. Un giorno. Quando muore un uomo è il mondo che muore, perché in quella persona c’è un pezzo unico dell’immagine di Dio. Ne sono passati mille. Giustamente è stato ricordato che per l’Italia la Prima guerra mondiale durò 1.261 giorni, e la chiamiamo la Grande Guerra! Abbiamo visto la forza di resistenza del popolo ucraino, che la sofferenza la conosce bene, basta pensare all’Holodomor, di cui si celebra la ricorrenza nei prossimi giorni che ha inghiottito milioni di suoi figli, ferita che ogni famiglia ucraina porta nel profondo”. Così il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, nell’omelia della messa per l’Ucraina celebrata oggi pomeriggio nella Basilica di Santa Maria in Trastevere. “Oggi chiediamo con insistenza la fine della guerra e una pace giusta e duratura”, ha ribadito il cardinale: “Pace e giustizia sono unite, come due sorelle le quali una aiuta, permette e difende l’altra. Mille giorni di tempesta, ma anche mille giorni di una straordinaria e profondissima fraternità, che è enormemente cresciuta e che non solo non è provata da stanchezza, ma anzi è ancora più convinta e necessaria”. Per il card. Zuppi, “la storia del popolo ucraino in questi decenni è stata attraversata da grandi sofferenze che ha affrontato con una enorme capacità di resistenza. Questa è la conseguenza dell’invasione russa dell’Ucraina. Le guerre sono sempre troppo lunghe, non durano mai poco e la sofferenza che provocano dura per sempre. Ma la notte chiede il giorno, il dolore la consolazione, la vendetta il perdono, il buio la luce, l’odio la riconciliazione”.