Sanità: p. Bebber (Aris), “la nostra identità affonda le radici nel comando di Gesù ‘Curate Infirmos’”. “Da oltre 60 anni nostre strutture integrano il Ssn”

“La nostra identità che affonda le sue radici in una plurimillenaria tradizione cristiana, nata intorno a quel comando di Gesù ‘Curate Infirmos’ (Lc 10,9), da sempre parte distintiva del Dna dei ‘Buoni Samaritani’ della sanità cattolica”. Lo ha ricordato questa mattina padre Virginio Bebber, presidente dell’Associazione religiosa Istituti socio-sanitari (Aris), nella relazione pronunciata durante la assemblea nazionale che si svolge a Roma.
Ricordando il titolo dell’assise – “60 anni dell’Aris nella sanità, la scelta di esserci” – il sacerdote ha sottolineato che “sono in realtà poche parole che hanno la forza di delineare la nostra storia passata, presente e futura. Una scelta di campo ben precisa fatta di continuo servizio accanto a malati e sofferenti con tutte le nostre 270 istituzioni socio-sanitarie convenzionate non profit nel Servizio sanitario nazionale”.
Dopo aver ripercorso la storia dalla fondazione dell’Aris, il presidente ha evidenziato che da oltre 60 anni “le nostre strutture socio-sanitarie operano e sono parte istituzionale ed integrante del Sistema sanitario nazionale. Convenzionate e sempre in regime di non profit. In prima linea. E ben prima che le riforme, quelle che si sono succedute e quelle in itinere, recepissero la nostra presenza a beneficio dell’universalismo e della libertà di scelta, come risorsa costitutiva ed essenziale per la tenuta del sistema sanità”. “Eppure – ha osservato – nel corso di questi anni la nostra presenza ha subito costantemente disparità di trattamento nei confronti proprio di quelle strutture pubbliche alle quali la legge le ha pur sempre equiparate in tutto e per tutto. Ed anche quando mai avessero ottenuto alcuni riconoscimenti legislativi, sono state sempre e comunque costrette ad inseguire, per un motivo o per l’altro, il legislatore. E ciò a causa della continua mancanza di un coerente ed organico piano legislativo”. “Il sistema salute del Paese, ieri come oggi, non era e non è evidentemente in grado di rispondere alle richieste di assistenza dei cittadini”, ha rilevato p. Bebber, aggiungendo: “Non lo era e non lo è per una serie di motivi economici, ma anche e soprattutto sociali. Non per nulla ai primi segnali di emergenza sanitaria tutto è piombato nel caos”.

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