“Mentre i grandi della Terra si confrontano al G20 l’infanzia globale vive il suo peggior periodo dal 1946 ad oggi”: lo dichiara Andrea Iacomini, portavoce dell’Unicef Italia nel giorno in cui si celebra la Giornata mondiale dell’infanzia. “Parole come rischio nucleare, strategie di attacco, guerre planetari, bombardamenti a tappeto, sirene, non dovrebbero essere neanche pronunciati ed invece fanno parte del lessico quotidiano cui sono esposti i nostri figli a differenza della parola che non va più di moda, pena essere accusati di retorica: pace – afferma -. C’è poco da celebrare questa è la verità, la carta dell’’89, la più ratificata della storia, è anche il trattato più vergognosamente violato e noi adulti dovremmo chiedere scusa ai 400 milioni di bambini che vivono in 59 aree di conflitto, dalle più note Gaza, Libano, Ucraina alle meno note Sudan e molte altre ancora”. “Ciò che lascia senza parole – prosegue – è che nei luoghi di guerra l’intollerabile si sta trasformando silenziosamente in accettabile. E l’orribile sta diventando qualcosa di prevedibile. E ancora una volta, le grida dei bambini rimangono inascoltate, il silenzio del mondo diventa assordante e ancora una volta permettiamo che l’inimmaginabile diventi il paesaggio dell’infanzia. Una nuova normalità orribile e inaccettabile. Davvero basta. Gli adulti di tutto il mondo oggi chiedano scusa ai loro bambini e alle loro bambine perché non è questo il mondo in cui dovrebbero vivere. Oggi non è una festa sia invece un giorno di preghiere e ricordo per le vittime innocenti della ferocia umana tutta”.