Pastorale: mons. Sigalini, “Dio è un sognatore, lascia traccia nei sogni dell’uomo”

“Se noi vogliamo capire i sogni di Dio, dobbiamo imparare a capire i sogni dell’uomo”. Ne è convinto mons. Domenico Sigalini, che nella newsletter di novembre del Centro di Orientamento pastorale (Cop) si chiede: “Dio è un sognatore? È dalla parte di quella libertà, di quella leggerezza dell’essere, di quella assenza di passato presente e futuro che ti dà il sogno? È tutto in un istante, libero, proteso, aperto, senza gravità? È senza barriere, senza logica stringente, senza paura, è virtuale nel modo di essere e di pensare? Chi è l’oggetto dei suoi sogni? Per chi sta a sognare notti e giorni? Quando ha creato cielo e terra stava sognando? Sì, e la visione dei suoi sogni che ogni giorno si facevano realtà gli strappava grida di gioia, fino alla realizzazione dell’ultimo sogno e da allora ha passato i sogni all’uomo e alla donna”. “Il sesto sogno l’ha fatto in stereo, con l’uomo”, osserva Sigalini: “Adamo era assopito, stava sognando: belle le piante, bello il mare, belle le stelle, bello il sole, bella la luna, belle le montagne, ma sognava una bellezza diversa, un fascino, un ascolto, un cuore, un calore. E Dio, che lo inseguiva nei suoi sogni, ha continuato a creare, ha rifatto l’uomo regalandogli la donna… E si è messo a riposare. Da allora, se noi vogliamo capire i sogni di Dio, dobbiamo imparare a capire i sogni dell’uomo. I sogni di Dio lasciano traccia nei nostri sogni”.

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