“Le associazioni no-profit, inclusi Ets e Asd, con le loro articolazioni sul territorio (circoli etc,,) si verrebbero a trovare in gravi e per certi aspetti insuperabili difficoltà con la prevista introduzione dell’obbligo della partita Iva dal 1° gennaio 2025”. Lo afferma la presidenza toscana del Movimento cristiano lavoratori (Mcl), che ha scritto una lettera a tutti i parlamentari eletti nella regione per richiamare la loro attenzione su questo delicato passaggio. Pur non essendo previsto il pagamento dell’imposta per il 2025, sono tuttavia richiesti una serie di adempimenti burocratici e amministrativi, con relative spese, davvero gravosi soprattutto per le Unità di base (in particolare i circoli) affiliati agli Enti del Terzo settore.
“Preme chiarire che chi svolge attività commerciale è già tenuto alla contabilità separata e con l’obbligo di rivolgersi ai soli soci”, si sottolinea nella lettera, ricordando che per quanto riguarda Mcl, come per altre associazioni, “i circoli sono presenti soprattutto in piccoli centri e rappresentano spesso l’unico o uno dei pochissimi punti di riferimento e di aggregazione ricreativo, sociale e culturale: offrono quindi un vero e proprio servizio alle comunità locali: caso eclatante è quanto accaduto nell’emergenza Covid. Le loro dimensioni e le dimensioni delle realtà nelle quali operano, rendono davvero insostenibili tutti gli adempimenti richiesti dall’obbligo della partita Iva che, comunque, provoca difficoltà a tutto il mondo del Terzo Settore”. Nella lettera si cita l’emendamento presentato al Senato: “Ripristino del regime del fuori campo Iva per le attività mutuali, svolte dalle associazioni verso i soci” a firma degli onorevoli Manca, Furlan, Lorenzin, Misiani, Nicita, Tajani. Inoltre in questi giorni diversi emendamenti dello stesso tenore sono stati presentati alla Camera da numerosi deputati di varie appartenenze. Da qui la richiesta ai parlamentari di valutarli e di sostenerli.