Trenta milioni di bambini sono oggi coinvolti in conflitti armati. 356 milioni di bambini vivono in povertà estrema e 440 milioni di persone sotto i cinque anni vivono in condizioni di povertà alimentare, di questi 181 milioni in situazioni di grave deprivazione. Due minori su tre subiscono violenze fisiche o psicologiche dai loro caregiver. In Europa il suicidio rappresenta la seconda causa di morte tra i ragazzi e le ragazze tra i 15 e i 19 anni. Un miliardo di bambini vive in Paesi ad alto rischio climatico, con effetti devastanti sul loro sviluppo e sulla loro qualità di vita. Bambini e adolescenti hanno diritto a una vita e a una crescita sicura, positiva, che consenta loro di esprimere le proprie attitudini e inseguire i propri desideri. Sembra una questione scontata e acquisita, ma così non è. In tante parti del mondo, così come nella nostra quotidianità, tanti diritti dell’infanzia vengono calpestati ogni giorno. “Segno di come la battaglia per la loro affermazione deve continuare a essere al centro dell’impegno di tutti, a partire da chi – istituzioni, politica, scuola e realtà educative, mondo della ricerca, non profit – ha la responsabilità di essere più vicini ai bisogni di bambini e adolescenti”. Questi i temi al centro del dibattito organizzato oggi a Palazzo Chigi dalla Fondazione Sos Il Telefono Azzurro Ets e dalla Società italiana per l’organizzazione internazionale (Sioi) con il patrocinio del Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale per celebrare, unitamente alla Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, i 100 anni dall’approvazione del primo documento internazionale in tema di diritti dell’infanzia: la Dichiarazione dei diritti del Fanciullo (Geneva Declaration).
Obiettivo dell’evento, spiega una nota di Telefono Azzurro, “concentrare l’attenzione sull’impegno e sulla centralità della tutela, promozione e protezione dell’infanzia e dell’adolescenza nel contesto internazionale, con una particolare attenzione rivolta alle sfide attuali e future legate al mondo digitale, in un contesto sempre più multiculturale”. Ne emerge che “l’impegno a livello globale per la tutela e la protezione di ogni bambino deve essere una priorità a cui le Istituzioni, nazionali ed internazionali, non possono esimersi”.