“I problemi dei bambini sono uguali in tutto il mondo, perché manca ancora una cultura dell’infanzia, e qualsiasi convenzione o trattato non avrà valore se la volontà di proteggere i bambini non entrerà nella coscienza dei singoli: dalla morte per fame, a violenze di ogni tipo, i bambini continuano a essere esposti come mai prima d’ora a pericoli e violenze”. Lo ha denunciato questa mattina Davide Dionisi, inviato del ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale per la libertà religiosa, intervenendo all’evento svoltosi questa mattina a Palazzo Chigi per iniziativa della Fondazione Sos Il Telefono Azzurro Ets e della Società italiana per l’organizzazione internazionale (Sioi).
“Tutti i documenti prodotti fino ad oggi – ha proseguito – potranno anche essere contestati per carenze od omissioni, criticati per questa o quella formulazione, migliorati in alcune sue parti, ma quello che serve è una volontà che preveda almeno quei valori naturali legati al sicuro diritto dell’avvenire di ogni bambino”. “Ciascuno – ha osservato – potrà aggiungervi la propria interpretazione morale, religiosa o politica ma l’impegno più alto sarà quello di farsi paladino e propagandista presso la gente comune, come presso i governi, per una presa di coscienza della premessa ideale e della sfida contenuta in questi documenti, come la Dichiarazione dei diritti del Fanciullo, che compie 100 anni. Questo proprio perché premessa ideale e sfida sono il riflesso reale di quanto ogni bambino si attende dalla società, di quanto la società stessa auspica che ci sia”.