Giornata mondiale infanzia: Terre des hommes, “Gaza è il peggior posto dove essere bambini”. Allarmante anche situazione in Libano

“In una giornata che dovrebbe celebrare i diritti e le speranze dell’infanzia, non possiamo ignorare la sofferenza di milioni di bambini nel mondo e in particolare di quelli che vivono a Gaza. Sotto costante bombardamento, privati di cibo, acqua, istruzione e assistenza sanitaria, i bambini di Gaza sono intrappolati in una crisi umanitaria senza precedenti”: lo afferma oggi Terre des Hommes, chiedendo ancora una volta “un cessate il fuoco immediato e duraturo”. A settembre 2024 secondo il Comitato Onu per i diritti dell’infanzia 16.800 bambini palestinesi sono morti a Gaza nell’ultimo anno a causa degli attacchi delle forze israeliane;  3.500 bambini a Gaza rischiano di morire per mancanza di cibo. Oggi Gaza è il luogo al mondo con il maggior numero di bambini malnutriti; 1 milione di bambini (su una popolazione totale di oltre 2 milioni) sono sfollati, senza una casa dove andare; gli attacchi dell’esercito israeliano hanno distrutto le scuole, le abitazioni, i campi rifugiati e gli ospedali, negando ai bambini e alle bambine il diritto all’istruzione e alle cure mediche.
Altrettanto allarmante è la situazione cui stiamo assistendo in Libano dove secondo i dati del Ministero della sanità libanese dal 30 settembre sono stati uccisi 223 bambini e oltre 1300 sono rimasti feriti. “Un bambino, una bambina non dovrebbe mai conoscere il suono delle bombe, né temere di non svegliarsi il giorno dopo. Gaza rappresenta una delle più gravi emergenze umanitarie globali, un luogo in cui l’infanzia è un lusso inimmaginabile – dichiara Paolo Ferrara, direttore generale di Terre des Hommes –. E questo per noi è inaccettabile, da oltre 12 mesi siamo a fianco alle bambine e ai bambini di Gaza e alle loro famiglie con interventi di distribuzione di materiale medico e cibo super nutriente e offrendo supporto psicologico. Anche in Libano il nostro staff ha velocemente riadattato le attività per assistere le famiglie sfollate dalle regioni del sud. Non possiamo permettere che i bambini e le bambine debbano subire tali violenze, non smetteremo mai di ribadire la nostra richiesta di cessate il fuoco immediato”.

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