Cristiani perseguitati: report Porte aperte, nel 74% di 50 Paesi bambini e ragazzi esposti a violenza fisica. Nel 54% a matrimoni forzati

Nei 50 Paesi in cui la persecuzione religiosa contro i cristiani è più alta, bambini e giovani cristiani pagano un costo molto alto per la loro fede. Secondo le ricerche di Porte aperte, nel 74% dei Paesi analizzati bambini e ragazzi sono esposti a violenza fisica e nel 54% a matrimoni forzati. In 1 Paese su 2, i bambini sono esposti a violenza sessuale a causa della loro fede. Sono i dati del report di Porte aperte diffuso oggi in occasione della Giornata mondiale dell’infanzia sulla condizione dei bambini e dei giovani cristiani nel mondo, intitolato “Esclusi”.  Il report evidenzia soprattutto il preoccupante fenomeno di emarginazione e isolamento sociale a cui i più giovani sono esposti. Nel 72% dei Paesi analizzati dal report vi sono dinamiche di esclusione sistematica che lasciano i giovani cristiani soli e vulnerabili. L’emarginazione si manifesta non solo nei luoghi di culto e nelle comunità, ma nelle stesse scuole, dove il 100% dei Paesi analizzati riporta episodi di discriminazione e molestie verso gli studenti cristiani. L’esclusione sociale è un processo che limita gravemente le prospettive future di questi giovani. La situazione dei giovani convertiti al cristianesimo risulta particolarmente allarmante. “Ragazzi che scelgono di seguire questa fede subiscono pressioni enormi per mantenere segreta la loro identità e affrontano ritorsioni da parte di figure autoritarie come insegnanti o rappresentanti delle autorità statali – rileva Porte aperte -. Negli ambienti scolastici vengono presi di mira con abusi verbali e fisici, spesso costretti a partecipare a rituali religiosi estranei alla loro fede. L’isolamento e la segregazione sociali non solo indeboliscono l’autostima di questi ragazzi, ma mettono a rischio il loro benessere psichico a lungo termine, rendendoli più vulnerabili a problemi come depressione e ansia”. Anche dal punto di vista educativo e lavorativo i bambini e giovani cristiani subiscono una pesante discriminazione. In molti dei Paesi analizzati l’accesso all’istruzione viene loro negato, condannandoli a una vita di lavori pericolosi e sottopagati, alimentando cicli di povertà e stigma sociale. “È urgente un intervento coordinato da parte di governi e istituzioni per garantire un’infanzia dignitosa e sicura per bambini e giovani cristiani perseguitati. La tutela del loro diritto a vivere liberamente la propria fede e a crescere senza discriminazione è fondamentale per spezzare il ciclo di oppressione e iniziare un cambiamento”, conclude Porte aperte.

 

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