Gioco d’azzardo: Fiasco (Alea), “bilanciare entrate fiscali derivanti da settore con la responsabilità sociale e la tutela dei cittadini”

Davanti alla Commissione Bilancio della Camera, hanno espresso un parere sulla questione azzardo le Sezioni riunite in sede di controllo della Corte dei Conti. “I giudici contabili hanno depositato un documento dove si leggono osservazioni severe sulle misure riguardanti il gioco d’azzardo e dunque i Monopoli di Stato”, evidenzia oggi al Sir il sociologo Maurizio Fiasco, presidente di Alea.
“La Corte dei Conti ha richiamato l’attenzione sui costi sociali e sulle gravi insufficienze del sistema di regolamentazione, invitando all’attenzione su squilibri strutturali, costi sociali significativi e dunque indicando la necessità di una regolamentazione più efficace e responsabile. Si era infatti già soffermata, con la disamina pubblicata nella Relazione n. 23/2021/G del 30 dicembre 2021 e alla quale esplicitamente rimanda per un’ampia e analitica esposizione dell’orientamento della magistratura contabile”, chiarisce l’esperto.
In primo luogo, “il gettito fiscale derivante dal gioco d’azzardo rappresenta una frazione molto ridotta rispetto alla raccolta complessiva. Questo squilibrio alimenta interrogativi sulla sostenibilità dell’attuale modello, che da un lato garantisce entrate allo Stato, ma dall’altro genera costi elevati per il sistema sanitario e il welfare. Tra i principali oneri sociali figurano il trattamento delle dipendenze, la perdita di produttività e le ricadute negative sulle famiglie dei giocatori patologici”, spiega Fiasco.
“I risvolti patologici del gioco d’azzardo sono un problema crescente – afferma il presidente di Alea –. La Corte indica che i costi diretti, come le cure sanitarie per i giocatori dipendenti, e quelli indiretti, quali la disgregazione familiare e l’aumento della criminalità, incidono pesantemente sulla società. Nonostante alcune misure normative introdotte negli ultimi anni, le politiche di prevenzione risultano ancora frammentate e insufficienti”.
“Anche una norma del ddl Bilancio che vorrebbe eliminare l’Osservatorio specifico sul gioco d’azzardo patologico, integrandolo in una struttura più ampia dedicata a tutte le dipendenze, è stata criticata dalla Corte: perché potrebbe ridurre l’attenzione sul fenomeno, compromettendo la capacità di affrontare in modo mirato un problema che richiede interventi specializzati e coordinati. La Corte suggerisce, anzi, sia di mantenere un Osservatorio dedicato sia di dotarlo di risorse adeguate alle competenze specifiche”, ricorda il sociologo.
Quanto alla regolazione generale e alla fiscalità, “il documento della Corte richiama la necessità di una revisione complessiva. Contraddicono invece tale urgenza l’estrazione aggiuntiva del Lotto e Superenalotto e la proroga delle concessioni per giochi pubblici. Entrambe le misure sono nel ddl. Sebbene tali interventi prospettino nuove entrate per lo Stato (232,7 milioni di euro annui solo dalle concessioni prorogate), non di meno presentano il rischio di perpetuare un modello che privilegia il gettito a scapito di una regolamentazione più equa e responsabile”.
Le proposte che si ricavano dalla valutazione della Corte dei Conti comportano “revisione della fiscalità sul gioco, per destinare parte delle entrate a programmi di prevenzione e trattamento delle dipendenze; rafforzamento delle politiche di prevenzione, con campagne di sensibilizzazione e limitazioni più severe sull’accesso ai giochi; ripristino di un osservatorio specifico sul gioco d’azzardo patologico, per garantire un monitoraggio mirato e una gestione coordinata del problema; regolamentazione più rigorosa, che preveda nuovi criteri per le concessioni e una maggiore trasparenza”.
Fiasco conclude: “La Corte dei Conti richiama l’attenzione del legislatore sull’urgenza di bilanciare le entrate fiscali derivanti dal gioco d’azzardo con la responsabilità sociale e la tutela dei cittadini. Solo attraverso un approccio integrato sarà possibile mitigare i danni sociali e sanitari di un fenomeno che coinvolge milioni di persone, spesso appartenenti alle fasce più vulnerabili della popolazione”.

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