L’1% più ricco dei cittadini nei Paesi del G20 detiene il 31% della ricchezza complessiva (20 anni fa era il 26%), mentre la metà più povera della popolazione appena il 5%. Il valore dei patrimoni dell’1% più ricco del G20 è cresciuto del 150% in termini reali negli ultimi due decenni, attestandosi oggi a 68.700 miliardi di dollari, un ammontare equivalente a quasi 2/3 del Pil planetario. È quanto riporta Oxfam in occasione dell’apertura del vertice dei leader del G20 in Brasile. Dati che descrivono un trend di crescente concentrazione della ricchezza al vertice della piramide distributiva e disuguaglianze nello status patrimoniale che sono andate acuendosi. Il Paese più disuguale del G20, in termini di distribuzione della ricchezza, è proprio il Brasile, dove l’1% più facoltoso ha in mano il 48% della ricchezza nazionale, seguono il Sudafrica con il 42% e l’Argentina con il 40%. In Italia il top 1% deteneva, a fine 2022, il 23,1% della ricchezza nazionale netta.
“Non solo la concentrazione della ricchezza e le disuguaglianze economiche sono in aumento, ma in diversi Paesi, tra cui l’Italia, i contribuenti più ricchi versano oggi, in proporzione al proprio reddito o patrimonio, meno imposte dirette, indirette e contributi rispetto a chi ha redditi più modesti o patrimoni più esigui. Per porre rimedio a questa ingiustizia, l’aumento del prelievo a carico dei più ricchi è oggi una scelta inderogabile – sottolinea Misha Maslennikov, policy advisor su giustizia fiscale di Oxfam Italia –. Renderemmo i sistemi fiscali più equi e avremmo a disposizione cospicue risorse da destinare al contrasto a povertà ed esclusione sociale e alla lotta ai cambiamenti climatici, per cui i rappresentanti dei gruppi sociali più abbienti hanno anche maggiori responsabilità”.
Per la prima volta nella storia, su spinta della presidenza brasiliana, i ministri delle finanze del G20 hanno concordato, lo scorso luglio, di promuovere forme di cooperazione internazionale in materia fiscale volte ad assicurare maggiore equità e progressività dei sistemi impositivi. “Il summit del G20 rappresenta un passaggio importante per dare gambe a questa iniziativa e avviare un lavoro coordinato sull’agenda Tax The Rich, – aggiunge Maslennikov – come del resto richiesto a gran voce da milioni di cittadini di tutto il mondo – Europa e Italia comprese – che hanno firmato petizioni e proposte di iniziativa legislativa per aumentare la tassazione sugli ultra-ricchi”.
Oxfam chiede ai leader del G20 di adoperarsi per “un rafforzamento della cooperazione internazionale in materia fiscale, che renda più difficile l’occultamento offshore dei capitali attraverso l’istituzione di registri nazionali dei titolari effettivi di società, fondazioni e trust e lo scambio automatico delle informazioni ivi contenute tra le amministrazioni fiscali; il potenziamento dello scambio automatico di informazioni sui conti bancari dei non residenti e sua estensione alle proprietà immobiliari e ai crypto-asset; la definizione di un nuovo standard globale, che assicuri un prelievo più marcato sugli ultra ricchi; l’eliminazione di regimi fiscali dannosi che esasperano la corsa al ribasso tra i Paesi in materia di tassazione personale”.