Il fenomeno del caporalato spesso è “un fenomeno poco conosciuto perché nascosto”. Lo ha detto questo pomeriggio il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, intervenendo al convegno online “Migranti e vulnerabilità. Sfruttamento lavorativo e caporalato” promosso dalla Fondazione Migrantes che da qualche anno promuove un percorso di formazione giuridica per gli operatori pastorali. Intervenendo sul tema “La dignità del lavoro, la disumanità del caporalato”, il card. Zuppi ha detto che il caporalato comincia nel mondo dell’agricoltura ma è presente anche in altri settori. Per questo c’è bisogno di una maggiore conoscenza della “geografia del fenomeno, della sua vastità e dell’ingiustizia che ne consegue perché si tratta di vero e proprio sfruttamento”. Per il presidente della Cei occorre costruire “una legalità efficace che risponda concretamente a debellare il fenomeno. Ne va della dignità di queste persone”. Il caporalato si combatte anche con la cultura utilizzando tutti gli strumenti a partire da quelli giuridici. Ecco perché occorre avere conoscenza dei vari temi e tutti gli strumenti a disposizione – ha detto il cardinale – “sono utili per una lettura articolata. La compassione, l’attenzione alla condizione dei più fragili e alla difesa dei diritto fa parte del nostro servizio”. Il card. Zuppi ha parlato del bisogno di una “lectio dei poveri” che vuol dire capire i problemi, ascoltarsi, rendere un servizio che aiuti ad accorgersi dei fenomeni. “Dobbiamo crescere nell’intelligenza dell’amore e a mio parere, anche nella cultura dell’amore. Solo così possiamo aiutare, difendere e proteggere le persone più fragili e vulnerabili come sono le vittime del caporalato”. Oggi sul tema migrazione “c’è una pericolosa, ignorante intolleranza”. Il tema dal punto di vista giuridico – “I contrasto dei delitti di schiavitù, servitù e sfruttamento del lavoro” – è stato trattato da Paola Scevi, direttrice del master in Diritto delle migrazioni all’Università di Bergamo. Ad aprire i lavori il direttore della Migrantes, mons. Pierpaolo Felicolo, che ha puntato la sua attenzione sulle iniziative formative dell’organismo pastorale della Cei.