“Nelle segnalazioni al 114 in cui vi era una motivazione di abuso sessuale online sono emerse diverse motivazioni tra le quali: abuso fisico, abuso psicologico, comportamenti sessuali a rischio, disagio emotivo e psicologico, disturbi alimentari, patologia della cura e ideazione suicidaria”. Lo ha rivelato oggi Telefono Azzurro, nel “Dossier Abuso 2024” durante l’evento “Diamo voce al silenzio: ascoltare i bambini e gli adolescenti vittime di abuso sessuale per sviluppare nuovi interventi di aiuto e di tutela” organizzato a Palazzo Chigi in occasione della Giornata internazionale per la protezione dei minori contro l’abuso e lo sfruttamento sessuale.
Nell’82% dei casi gestiti dal Servizio 114 i minori risultano coinvolti nel ruolo di vittime, nel 16% dei casi autori e nel 2% in qualità di testimoni, i minori coinvolti il 53% sono di sesso femminile, il 47% maschile. Per il 2,18% sono bambini nella fascia di età 0-10. Nel 43,87% sono invece preadolescenti (11-14 anni) e nel 53,95% adolescenti (15-18 anni). Passando alle regioni di provenienza dei casi gestiti dal Servizio 114 in testa la Lombardia (28,57%) seguita da Veneto (14,29%) e Calabria (10,71%).
Analizzando i presunti responsabili dei casi gestiti dal Servizio 114 si tratta di un estraneo (adulto) per il 32,14% seguito da un genitore (25%), da un amico/conoscente (minore) 14,29%, e da un amico/conoscente (adulto) 10,71% e da un estraneo (minore) 10,71%.
Il Servizio Emergenza Infanzia 114 viene raggiunto nel 48,84% dei casi via telefono. A seguire WhatsApp – 41,86% – e chat (6,98%). Solo il 2,53% dei casi via posta elettronica.
I chiamanti al 114 per il 32% ha chiesto di rimanere anonimo mentre per il 68% dei casi ha comunicato i propri dati. Il 54% si è identificato come adulto mentre il 46% era minorenne. Nel 38% dei casi i minorenni contattavano il 114 per loro stessi, nel restante 62% per conto di altri minori.
Per le segnalazioni riguardanti materiale online, l’83% riguardavano materiale pedopornografico: adescamento, incitamento alla pedofilia, contenuti pornografici su siti per minori. Nell’87,60% dei casi di abusi offline gestiti i minori risultano coinvolti nel ruolo di vittime, nel 6,20% come autori e nell’ulteriore 6,20% come testimoni. Il 48,2% sono adolescenti, il 36,1% preadolescenti e il 15,7% in età 0-10. Come Regioni di provenienza, in testa la Lombardia (19,32%) seguita da Emilia-Romagna (11,36%) e Sicilia (10,23%).
I presunti responsabili dei casi gestiti relativi ad abusi sessuali offline sono stati per il 41% uno dei genitori. A seguire amico/conoscente minore (9,7%), amico/conoscente adulto (5,6%), altro parente (4,8%), estraneo adulto (6%), fratello/sorella (5,7%), nuovo coniuge (4%), nonno/a (2,4%), insegnante (1,6%), partner (5,7%), allenatore (1,6%), professionista (4%), vicino di casa (1,6%).
Le segnalazioni di abusi sessuali offline sono state per il 50,46% via telefono, seguite da WhatsWpp (31,65%) e 15,60% chat. Solo il 2% via posta elettronica.
Nel 40,52% dei casi segnalati gli abusi offline sono sorti e/o persistiti tra le mura domestiche. A seguire la casa di parenti/amici (12,93%), la scuola (3,45%), i luoghi aperti (2,59%) e pubblici (14,66%), gli impianti sportivi (2,59%) e la strada (1,72%). Per il 13,79% dei casi segnalati non è stato reso noto il luogo prevalente.