“La speranza non delude! Sentite bene questo: la speranza non delude. Mai. Con queste parole ho indetto il Giubileo ordinario del 2025. Mi ha fatto piacere leggere dalla vostra ‘Quarta Rilevazione dell’Indice di fiducia’ che la speranza è l’atteggiamento interiore in cui i giovani italiani oggi si riconoscono di più. Incontriamo spesso persone sfiduciate perché guardano al futuro con scetticismo e pessimismo. Quelle persone dalla faccia lunga, così… il pessimismo. È importante dunque sapere che i giovani italiani sanno essere artigiani di speranza perché sono capaci di sognare. Per favore, non perdere la capacità di sognare: quando un giovane perde questa capacità, non dico che diventa vecchio, no, perché i vecchi sognano. Diventa un ‘pensionato della vita’. È molto brutto. Per favore, giovani, non siate ‘pensionati della vita’, e non lasciatevi rubare la speranza! Mai! La speranza non delude mai!”. Lo ha affermato questa mattina Papa Francesco ricevendo in udienza nel Palazzo Apostolico Vaticano i membri del Consiglio nazionale dei giovani in occasione del 20° anniversario dell’organismo. “Un traguardo – ha osservato il Santo Padre – che diventa occasione per continuare a impegnarsi con fiducia, prima che la gioventù se ne vada”.
“Nel dialogo con le istituzioni, voi siete l’organo consultivo chiamato a rappresentare il mondo giovanile a livello locale, nazionale ed europeo. E a tale scopo – ha osservato il Papa – dovete promuovere la partecipazione attiva dei giovani, facendo ‘rete’ tra le molte realtà associative ispirate a valori quali la solidarietà e l’inclusione. Facendo ‘rete’, ma anche facendo ‘chiasso’”. “In questo compito vi invito ad essere voce di tutti, specialmente di chi non ha voce”, ha aggiunto notando come “oggi c’è tanta gente che non ha voce, tanti esclusi, non solo socialmente, per i problemi di povertà, mancanza di educazione, dittatura della droga… ma anche di coloro che non sanno sognare. Fare “rete” per sognare, e non perdere questa capacità. Sognare”. “Come sappiamo – anche dalla cronaca di questi giorni – le sfide che vi riguardano sono tante: la dignità del lavoro, la famiglia, l’istruzione, l’impegno civico, la cura del creato e le nuove tecnologie. L’aumento di atti di violenza e di autolesionismo, fino al gesto più estremo di togliersi la vita, sono segni di un disagio preoccupante e complesso”, ha proseguito Francesco, ricordando che, “nel mondo, i suicidi giovanili non si pubblicano tutti, si nascondono. È un cambiamento d’epoca, una metamorfosi non solo culturale ma anche antropologica”. “Per questo – ha ammonito – è fondamentale un cammino educativo che coinvolga tutti. Serve un ‘villaggio dell’educazione’ dove, nella diversità, si condivida l’impegno a generare una rete di relazioni umane e aperte. Serve un patto, un’alleanza, tra coloro che desiderano mettere al centro la persona e, allo stesso tempo, sono disposti a investire nuove energie per la formazione di chi sarà al servizio della comunità”.