Con la riflessione del superiore generale della Congregazione della Missione, padre Tomaž Mavrič, si è aperto ieri pomeriggio a Roma il secondo incontro internazionale della Famiglia Vincenziana che ha radunato al Teatro Ghione più di 300 fra religiose, religiosi e laici in rappresentanza delle oltre duecento istituzioni che nel mondo radunano quanti condividono il carisma di San Vincenzo de’ Paoli. Un’occasione di festa per il ritrovarsi insieme di tante persone da ogni parte del mondo: Stati Uniti, Canada, Brasile, Francia, Germania, Inghilterra, Spagna, Filippine, Nigeria, Botwsana, Brasile, Colombia e altre ancora ma soprattutto un convenire insieme per migliorare in maniera concreta il “cammino comune” di tante associazioni per meglio servire i poveri, che san Vincenzo definiva i suoi “signori e padroni”. Padre Mavrič, in un passaggio del suo discorso, ha sottolineato: “Dobbiamo riflettere insieme durante questo incontro per scoprire e evidenziare i problemi che comporta lavorare insieme e indicare chiari passi per raggiungere l’obiettivo desiderato: essere un fuoco che arderà in modo attivo, sistematico, affettivo ed efficace. Qual è il carburante che manterrà acceso il fuoco della sinodalità vincenziana? Io sono convinto che siano la preghiera e la collaborazione ma vorrei ascoltare i vostri pensieri in proposito”. In questa prima giornata c’è stato spazio anche per speciali menzioni di alcune realtà vincenziane tra cui le suore della Carità di San Vincenzo de’ Paoli ad Halifax in Canada che hanno come missione insegnare e servire i malati: “Siamo carità da 175 anni e continueremo ad essere carità”, ha dichiarato suor Margaret Mary Fitzpatrick, responsabile della Congregazione. Oggi la seconda giornata con la lettura dell’“Appello del povero” e la continuazione dei lavori di gruppo.