“Ho appreso con gioia che la diocesi di Roma intende promuovere l’esperienza del social business ideata dal caro amico Muhammad Yunus con il quale ho avuto modo già in passato di confrontarmi per rispondere alla sfida della sostenibilità. Ritengo, infatti, che sia un modo molto concreto per ricucire lo strappo causato dalle disuguaglianze”. Tutto questo è “in linea con i frutti preziosi scaturiti dal recente convegno itinerante svoltosi nella mia diocesi per fare memoria di quello occorso 50 anni fa nella basilica lateranense sui ‘Mali di Roma”. Lo scrive Papa Francesco in un messaggio in occasione della presentazione in Vicariato a Roma del documentario “A World of 3 Zeros” e del primo 3Zero Club intitolata a Papa Francesco. Una proposta di imprenditorialità diffusa nata dall’impegno del Nobel Yunus, che nella Capitale si tradurrà in due iniziative: la sartoria sociale WinOut e la pizzeria Fermentum. Anche Yunus – riferisce il sito del settimanale diocesano di Roma “ha voluto omaggiare” con un messaggio l’evento che si è tenuto nel Palazzo lateranense. Il Pope Francis-Yunus 3Zero Club è il primo passo per superare le disuguaglianze a Roma. È un progetto innovativo che intende creare nuove opportunità imprenditoriali nelle periferie romane, valorizzando i giovani con problemi di salute mentale e altri tipi di fragilità. Si muovono in questo senso – spiega il giornale – le due iniziative sostenute dalla diocesi. “Un faro di speranza per i giovani delle comunità emarginate di Roma – ha detto Yunus -. Che non mira solo a raggiungere i tre obiettivi fondamentali, ma aspira anche a favorire l’emergere di una nuova civiltà, fondata sulla compassione, l’equità e la sostenibilità”. Questa iniziativa è stata possibile – riferisce ancora il giornale diocesano – anche grazie alla collaborazione con l’Università Cattolica e alla rettrice alla quale è arrivato il ringraziamento di mons. Baldassare Reina, vicario del Papa per la diocesi di Roma, che si è detto incoraggiato dal messaggio del pontefice: “Ci sentiamo onorati e anche un po’ orgogliosi di essere una delle prime diocesi che inizia l’esperienza del social business. In un momento così difficile abbiamo bisogno di camminare insieme. Non possiamo rimanere indifferenti al grido di sofferenza che ogni giorno si innalza con grande forza nella nostra città”.