Crisi climatica: dal Forum Disuguaglianze e Diversità proposte per orientare le politiche in chiave sociale

“Dopo un anno di crescenti disastri climatici e di aumento generalizzato delle temperature, mentre alla Cop29 di Baku emerge un intreccio di interessi che fanno presagire un pericoloso fallimento”, il Forum Disuguaglianze e Diversità propone un’analisi che va oltre le sole questioni tecniche necessarie al processo di decarbonizzazione e concentra la propria attenzione sulla crisi climatica e le politiche per contrastarla che “stanno generando nuovi rischi sociali che espongono soprattutto la popolazione più vulnerabile”. La proposta, al centro sia della conferenza in corso da questa mattina, intitolata “Welfare energetico locale. Una nuova frontiera di giustizia sociale e ambientale di fronte alla crisi climatica”, sia dell’omonimo documento presentato per l’occasione, è – spiega una nota – quella di disegnare “un welfare rinnovato in grado di dare risposte a questi nuovi rischi”. Un welfare energetico locale (Wel), perché costruito mettendo al centro i luoghi di vita intesi come spazi di possibilità per concretizzare una transizione energetica capace di rispondere ai bisogni delle persone, immaginato da un lato a partire da quanto emerso da due anni di ricerca-azione a livello locale con il progetto Wel, realizzato insieme alla Fondazione Basso, e dall’altro raccogliendo la competenza in campo sociale e ambientale di alcune organizzazioni – Caritas, Cittadinanzattiva, Cnca, Ecco, Coop. ènostra, Fondazione Messina, Legambiente, Kyoto Club, Nuove Rigenerazioni – che hanno allargato lo sguardo alla politica nazionale ed europea e contribuito alla stesura del documento. Per il Forum Disuguaglianze e Diversità la funzione del welfare va riletta in “una prospettiva eco-sociale, con particolare attenzione alla questione dell’accesso all’energia che, dopo l’avvento, alla fine del ‘900, delle privatizzazioni e della nascita del mercato libero, contestuale all’aggravarsi della crisi ambientale, si configura come un nuovo rischio sociale. “Con l’emersione di una consapevolezza: per il successo della transizione energetica la fonte dalla quale si produce energia non è più indifferente così come l’efficienza con la quale viene consumata”. L’obiettivo è quello di “arrivare alla definizione di un welfare energetico che riconosca l’accesso all’energia rinnovabile e all’efficientamento energetico dei consumi come diritto di cittadinanza e il protagonismo delle persone nella transizione come diritto sociale e istanza di partecipazione democratica”.

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